Catania. E’ stato portato via dagli investigatori, dal luogo del ritrovamento, il corpicino di Elena Del Pozzo, la bambina scomparsa ieri e fatta trovare cadavere oggi dalla madre che ha confessato.
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Il corpo era in un campo incolto, in uno spazio verde, a Mascalucia, nel Catanese a poche centinaia di metri dalla casa della madre.
La donna si chiama Martina Patti e ha 23 anni. Il padre di Elena si chiama Alessandro Nicodemo Del Pozzo e ha 24 anni. Era stato arrestato per rapina nel 2020, ma poi assolto. Ha qualche precedente per spaccio di sostanze stupefacenti. I due non stavano più insieme da tempo.
Nel luogo dove è stato ritrovato il corpo della bambina, in via Turati, a Mascalucia, infatti, il padre della bambina si è recato in compagnia della sua nuova compagna.È stata la madre della bambina a segnalare agli inquirenti il luogo dove è stato poi ritrovato il corpo della bambina, che era, secondo primissime ricostruzioni, semi sotterrato, in un terreno incolto a 400 metri dal luogo nel quale viveva la coppia.
“Martina Patti voleva incastrare mio fratello. Un anno fa mio fratello fu accusato ingiustamente di una rapina ma fortunatamente fu scagionato completamente. Quando dal carcere passò ai domiciliari, sotto casa trovammo un biglietto di minacce con scritto: ‘non fare lo sbirro, attento a quello che fai’. Mio fratello non sa nulla di nulla. A questo biglietto la madre della bimba ha fatto riferimento dicendo che avevano rapito Elena”.
E’ quanto riferito ai giornalisti dalla zia di Elena, Martina Vanessa Del Pozzo. “La madre – aggiunge – disse che quelle persone incappucciate avevano fatto riferimento al biglietto dicendo ‘non ti è bastato il biglietto? Digli a tuo marito che questa è l’ultima cosa che fa: a sua figlia la trova morta'”.
“Lei non rispondeva mai al telefono alle mie chiamate. Ad un certo punto, quando mi ha chiamato ieri dicendomi che avevano rapito Elena, che erano incappucciati, mi ha detto che gli uomini gli avrebbero detto che questa sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe fatto suo marito. Pare che gli uomini le avrebbero detto, al telefono, che Elena era già morta”.
Così Rosaria Testa, la nonna di Elena, la bambina trovata morta nelle campagne di Mascalucia, in provincia di Catania, ha raccontato la chiamata di ieri tra lei e la madre della bambina.
“Lei era ossessionata da mio figlio, ogni volta che si lasciavano lo minacciava. Avevamo creduto alla storia degli uomini incappucciati: non avevamo ragione di non credere. Elena era una bimba meravigliosa”.
Ha detto ancora la nonna e poi ha aggiunto: “Quando hanno litigato non voleva andare via da casa – ricorda la nonna distrutta dal dolore – un giorno la mamma le stava dando botte e gliela abbiamo dovuta togliere dalle mani. Quella mattina l’ho accompagnata a scuola e le ho detto ‘nessuno ti vuole bene piu’ di me’. Lei mi ha guardata e mi ha fatto capire che aveva capito quello che avevo detto. La madre aveva un atteggiamento autoritario e aristocratico. Decideva lei quando portarci la bambina”.
“Non capiamo come sia stata possibile una cosa del genere, il rapimento era impensabile, chi poteva immaginare quanto avvenuto?”. Lo afferma Giovanni Del Pozzo, nonno paterno della piccola Elena . “Sembra tutto molto strano – aggiunge – La madre era un tipo molto chiuso. Adesso – conclude – deve pagare così come altre persone, eventualmente, l’avessero aiutata”.
Strazio e lacrime dei familiari al passaggio del carro funebre con la bara del corpo della piccola Elena il cui cadavere e’ stato trovato stamani vicino la casa della famiglia, a Mascalucia, nel catanese. Il nonno paterno ha seguito il carro funebre, appoggiandovi la mano, per diversi metri urlando “Angelo mio, Angelo mio”.
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