Antonio Perretta/foto cs
Il giovane attore Antonio Perretta, casertano di Sessa Aurunca, sarà protagonista a Milano, oggi 21 maggio, al Festival Contemporanea in corso fino al 26 giugno al Teatro Menotti.
Si tratta di una kermesse dedicata alla creatività giovanile che coinvolgerà diversi linguaggi artistici: teatro, danza, musica, arte visiva, comicità d’autore, cinema e filosofia. Ventidue spettacoli, dodici compagnie teatrali, due compagnie di danza, un quintetto di musica classica, due band rock, due cantautori, tre rapper, due registi cinematografici, un critico cinematografico, un filosofo, una mostra fotografica, un gruppo di artisti specializzati in stampa d’arte e un concorso under 35.
Perretta reciterà il monologo autobiografico di cui è autore “Antonio. Vita di un guitto”. La storia di un nome che non è soltanto un insieme di lettere, ma il solco di un’identità che, attraverso storie di nonni, di padri, di nomi e di teatro passa anche attraverso Sessa Aurunca e Caserta.
“Il testo – spiega Antonio Perretta – è nato come progetto di formazione a cura di Tindaro Granata alla scuola del Piccolo Teatro di Milano sulla base del pluripremiato e meraviglioso “Antropolaroid”,. Affronta il mio rapporto con il teatro e il rapporto della mia famiglia con la figura di Totò. È possibile che l’essere stato chiamato Antonio, proprio in onore del Principe, abbia definito il mio percorso da prima che nascessi? Poi c’è Milano, e l’importanza che questa città ha avuto e ha per me e per gli artisti.
È un testo che parla della mia terra, del teatro con cui sono cresciuto, di ciò che credo il teatro debba essere, di tempi che non esistono più, nei quali la semplicità era la chiave di tutto. I tempi dei contadini, della terra, dei paesi di campagna, e il racconto guarda nella loro direzione con una certa nostalgia, perché non è attraverso la semplicità che il mondo di oggi vuole che si viva. Ma da quant’è che non ci raccontiamo una storia intorno al fuoco? Un ringraziamento speciale a Tindaro Granata, Leda Kreider, Emilia Tiburzi e Carmelo Rifici. Senza di loro, niente di tutto ciò sarebbe stato possibile”.
“Il testo era, in origine, un progetto di formazione nato dall’incontro con Tindaro Granata alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano sulla base del pluripremiato e meraviglioso ‘Antropolaroid’, una saga familiare che si articola seguendo la forma del ‘cunto’ siciliano. Ora il piccolo Antropolaroid di Perretta è diventato grande, ma il giovane attore sarà sempre infinitamente grato a Tindaro Granata per avergli dato questa possibilità, aiutandolo nella creazione e nella messa in scena“.
Nella colonna sonora dello spettacolo è presente una cover della canzone ‘Quello che non voglio’ di Stefano Benni e Fausto Mesolella, eseguita per l’occasione da tre eccellenti musicisti: Gianfranco Pastore (chitarre) e Pietro Loffredo (basso), sessani, e Mattia Saravo (batteria) di Roccamonfina. Si aggiunge, inoltre, con i cori, l’attrice italoamericana Leda Kreider.
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