Napoli. L’avvocato Lucio Varriale è agli arresti domiciliari su disposizione del tribunale di Roma dopo le sue accuse al capo della Procura di Napoli e candidato alla guida della Direzione nazionale antimafia (paragonato anche a Putin).
L’altro giorno, quando gli era stato notificato il provvedimento, aveva minacciato il suicidio in Tribunale sporgendosi da u terrazzino al settimo piano dell’isola F10 al Centro Direzionale di Napoli. Solo grazie all’intervento del presidente dell’Ordine degli avvocati, Antonio Tafuri, l’unico al quale Varriale aveva consentito di avvicinarsi, fu possibile fermarlo.
Varriale, autore da anni di dossier contro i magistrati e le forze dell’ordine ( fu arrestato anni fa per un dossieraggio contro Raffaele Cantone) accusa il procuratore capo di Napoli, Giovanni Melillo di essere il responsabile del fallimento della sua società proprietario della emittente Julie Tv molto nota tra gli anni Novanta e inizi Duemila.
L’altro giorno la polizia giudiziaria, su richiesta del pm di Roma, Carlo Villani, ha proceduto alla perquisizione e al sequestro di personal computer e cellulare dell’avvocato.
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