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A Napoli riapre Santa Maria di Portosalvo, gioiello del ‘500

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A Napoli riapre Santa Maria di Portosalvo gioiello del ‘500. Era stata danneggiata dal terremoto del 1980

“Che grande emozione rivedere aperta alla città la Chiesa dei marinai”. Questa la frase pronunciata da uno dei tanti napoletani accorsi oggi a festeggiare la ‘rinascita’ di uno dei grandi gioielli cinquecenteschi del patrimonio culturale partenopeo: la Chiesa di Santa Maria di Portosalvo.

Per molti è la Chiesa ‘spartitraffico’ di Via Marina, per altri è la Chiesa di Largo del Mandracchio, per tutti è la Chiesa dei marinai napoletani, fondata, secondo la leggenda, proprio da un marinaio, Bernardino Belladonna, miracolosamente scampato ad un nubifragio.

Era il 1554 quando, in omaggio alla Madonna di Portosalvo, un gruppo di marinai ed armatori fondò, fuori le mura della città, oltre Porta di Massa, nel Largo del Mandracchio, lungo l’attuale via Marina, una grande congrega con annessa cappella. E grazie alle elemosine di marinai e naviganti nacque una Chiesa anche di grande pregio artistico: al suo interno, a navata unica, è decorata con splendidi marmi e si pregia di un soffitto cassettonato, decorato in oro, nel quale oggi, dopo un prezioso restauro, è tornata a risplendere la gloria della Vergine di Battistello Caracciolo.

“I napoletani, nei secoli, sono molto noti come marinai, emigranti e commercianti sulle vie del mare Mediterraneo e, nel tornare a casa vedevano sulla costa il profilo della Chiesa di Portosalvo il cui nome già testimoniava l’emozione che riempiva loro il cuore: era la Congregazione da loro voluta e fondata che gli veniva incontro e verso cui essi tornavano commossi, di ritorno da navigazioni spesso perigliose in paesi lontani. Oggi il restauro e la restituzione ai napoletani della Chiesa di Portosalvo può rappresentare anche un simbolo confortante di un porto sicuro e protetto dalla devozione di cui la città di Napoli, l’Italia, l’Europa e il mondo intero hanno un gran bisogno in questo grave e delicato momento storico”.

Così padre Salvatore Fratellanza, presidente del Comitato di Gestione delle Arciconfraternite Commissariate della Diocesi di Napoli, racconta l’emozione e, nel contempo ,il valore simbolico di questa riapertura. Un lungo lavoro iniziato nel 2014 quando, dopo tanti progetti mai conclusi, è stato prima il Commissariato Arcivescovile, guidato dall’avvocato Nicola Noro, e poi il Comitato di gestione delle Arciconfraternite a ‘scendere in campo’ per il restauro della Chiesa di Santa Maria di Portosalvo che era stata gravemente danneggiata dal terremoto del 1980 e da allora non era mai stata stabilmente riaperta.

Nel 2015 il progetto di recupero e riqualificazione della Chiesa e degli esterni diviene già esecutivo ed è affidato allo studio napoletano di architettura esperto in restauro Dpc Architetti. Quattro gli interventi principali di restauro diretti dall’architetto Giovanni De Pasquale, insieme con l’architetto Daniela Consiglio, con la supervisione tecnica dell’ingegnere Carmine Gravino e il coordinamento per la sicurezza dell’architetto Daniela Rinaldini: facciate esterne e coperture, ambienti interni, affreschi, peducci e lunette della cupola, cassettonato ligneo, marmi interni della zona presbiteriale.

C’è grande soddisfazione – evidenzia Giovanni De Pasquale – per aver contribuito alla rinascita di una Chiesa che senza dubbio rappresenta, insieme all’edificio dell’Immacolatella situato all’interno del Porto di Napoli, una delle più rare e preziose testimonianze del rapporto viscerale che la città di Napoli aveva con il mare, così come narrato dalle lapidi in marmo affisse sul suo prospetto esterno”.


Articolo pubblicato il giorno 31 Marzo 2022 - 18:17


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