catello maresca
Maresca: «Gravissimo che in una delibera di giunta a firma del sindaco Manfredi riguardante la gestione dei fondi del PNRR (Programma nazionale di ripresa e resilienza) con cui il Comune si affida a cinque Università per attività di studio e di ricerca, si privilegi il mondo universitario e si tenga fuori, invece, il resto del mondo delle professioni».
A dirlo in una nota è Catello Maresca, capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio comunale, che critica la delibera numero 540 datata 9 dicembre 2021, relativa all’Accordo quadro di collaborazione tra il Comune di Napoli e le Università degli studi di Napoli Federico II, Parthenope, L’Orientale, Suor Orsola Benincasa e Vanvitelli “per lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune”, come si legge nel documento.
«Senza nulla togliere ovviamente agli “Universitari”, rischia di passare un messaggio fortemente discriminatorio ai danni degli altri professionisti. Chiediamo chiarezza e assoluta trasparenza – rimarca Maresca – sulle modalità di individuazione delle professionalità che saranno impegnate in queste delicatissime attività. Vigileremo sul rispetto degli accordi, in particolare per scongiurare il rischio che l’attività di “studio e di ricerca” possa diventare strumento per favoritismi nell’assegnazione dei progetti e delle successive fasi esecutive».
«Riteniamo, poi, altamente rischioso, che al capo di gabinetto del sindaco siano demandate funzioni di sottoscrizione delle convenzioni tra l’ente e le università, di coordinamento con gli atenei ed anche di monitoraggio e valutazione dei risultati delle attività di studio e ricerca scientifica». Per il consigliere di opposizione si tratta di «una scelta politica sbagliata, che rischia di tagliare fuori l’intero Consiglio comunale e gli organi di garanzia».
«Un grave errore pensare di gestire i fondi del PNRR senza uno strumento di partecipazione e trasparenza in una delicata fase di investimenti per la nostra città come quella che riguarderà l’arrivo di quei finanziamenti. C’è l’elevatissimo rischio – conclude – che questo meccanismo si possa trasformare in un modo per eludere la normativa sull’assegnazione della progettazione e della gestione delle risorse».
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