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Allarme dei presidi della Campania: “Assente il 5% dei docenti e il 4% degli studenti. Serve rinvio”. De Rosa: “C’è molta preoccupazione”
“I dati aggiornati a ieri parlano di circa il 5% dei docenti in questo momento in quarantena o in malattia o non vaccinati e almeno il 3-4% degli allievi positivi al Covid. Considerato che fino al 10 gennaio la situazione dei contagi sicuramente peggiorerà, rischiamo di partire a singhiozzo. Ecco perché la nostra posizione è che sarebbe opportuno fare 2 o 3 settimane di didattica a distanza per superare il picco dei contagi”.
Lo spiega all’Adnkronos Francesco De Rosa, presidente regionale per la Campania dell’Associazione nazionale presidi (Anp), a pochi giorni dalla ripresa delle attività scolastiche in presenza e all’indomani della presa di posizione assunta dall’associazione a livello nazionale.
“C’è molta preoccupazione da parte dei dirigenti scolastici – racconta De Rosa – perché sono chiamati a gestire delle situazioni che tecnicamente non competono loro. Noi non siamo né l’Asl né l’ospedale, siamo scuola e dovremmo fare scuola dopo che tutto ciò che ci circonda ci garantisce il massimo della sicurezza. I dati sono in crescita e ci aspettiamo un aumento nei prossimi giorni. La nostra preoccupazione sono gli asintomatici puri, quelli che non hanno alcun sintomo e non fanno il tampone, vengono a scuola e, visto che questa variante è molto infettiva, contagiano classi intere e dobbiamo mettere in quarantena classi e professori”.
De Rosa ricorda l’appello rivolto dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca al Governo per un rinvio del rientro a scuola a fine gennaio ma, sottolinea De Rosa, “anche lui non ha potuto far altro che chiedere, perché in questo momento la competenza è esclusiva del Governo da quando si è insediato Draghi. Il Governo purtroppo non vuole sentire ragioni. Gli esperti hanno detto che il calo dei contagi si avrà tra circa 3 settimane, quindi noi speriamo che ci ripensino. Non siamo molto fiduciosi, ieri il Governo ha detto al nostro presidente nazionale che non ha intenzione di andare a didattica a distanza. Non possiamo far altro che aspettare – conclude – e gestire alla meglio quello che ci troveremo davanti”.
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