Napoli. Si è spento nella sua abitazione al centro di Napoli, all’età di 84 anni, l’editore Tullio Pironti.
Iniziò l’attività editoriale nel 1972 con il libro-reportage La lunga notte dei Fedayn scritto dal giornalista Carrattelli, all’indomani della strage di atleti israeliani ai giochi di Monaco di Baviera.
La sua famiglia iniziò l’attività libraria dopo la persecuzione subìta nel regno borbonico da Michele Pironti (1814-1885), magistrato, imprigionato insieme a Luigi Settembrini e Carlo Poerio.
Tullio Pironti ha proseguito l’attività del padre e del nonno. Da editore ha avuto il merito di far conoscere in Italia autori stranieri e in particolare quelli della letteratura nord americana a partire da Don DeLillo passando per Bret Easton Ellis, ma anche Raymond Caraver e il Premio Nobel egiziano Nagib Mahfuz.
“I diritti di Bret Easton Ellis li vinsi in un’asta telefonica. Mi spiegarono che l’unico modo per spuntarla era offrire più di 50 milioni, oltre i quali le grandi case editrici dovevano convocare il consiglio di amministrazione. Offrii 55 milioni, l’equivalente di 200 di oggi. Prevalse l’incoscienza del giocatore”, raccontò in un’intervista. Fernanda Pivano premiò l’azzardo regalando a Pironti la sua prefazione al libro e lo stesso Pironti anni dopo pubblicò il libro della Pivano, ‘Dopo Hemingway’, una serie di saggi sulla letteratura nordamericana degli anni ruggenti, accompagnata dalla biografia – anche per immagini – della famosa scrittrice e traduttrice. Fra gli autori italiani Pironti pubblicò il celebre libro del giornalista Joe Marrazzo, ‘Il camorrista’, su Raffaele Cutolo da cui fu tratto un film di successo.
Pall Mall sempre accesa, sguardo da duro, un passato da boxeur (50 incontri, una convocazione nella Nazionale italiana Pugilato pesi Welter e un libro biografico ‘Tra libri e cazzotti’ scritto dal giornalista Carratelli) Pironti era una istituzione di via Port’Alba, a due passi da piazza Dante a Napoli, dove sorgeva la sua storica libreria.
Al giornalista della Stampa che intervistandolo alcuni anni fa gli chiese se si fosse già scelto una morte adeguata, rispose: “A proposito mi viene sempre in mente Thomas Mann: “Stiamo sempre a pensare alla morte ma quando verrà so già che dirò: ‘tutto qua?'”.
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