Meno di un mese all'inizio della Serie A e il Covid-19 spaventa ancora il calcio italiano, l'unica soluzione è somministrare i vaccini a tutti i membri delle rose. La variante Delta preoccupa tutti: dirigenti politici, societa' e istituzioni sportive.
L' unica arma a disposizione resta la vaccinazione di massa, una soluzione che resta ancora su base volontaria, seppur fortemente consigliata, mentre in Premier League si preparano per renderla obbligatoria per ottobre. Ne sanno qualcosa Spezia ed Empoli: con alcuni tesserati "no vax", hanno rilevato rispettivamente 14 positivi la squadra ligure e sei quella toscana, costretta ad annullare anche una amichevole.
Due situazioni che hanno portato piu' volte il presidente della Figc, Gabriele Gravina, a fare appello al buon senso delle societa' che si stanno strutturando per vaccinare i propri tesserati.Potrebbe interessarti
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Alla fine ha prevalso il buon senso e come confermato da Adam Marusic in conferenza tutti i calciatori, tranne chi aveva gia' provveduto autonomamente come Vavro e Leiva, o i nazionali in vacanza, hanno ricevuto la loro dose di vaccino - grazie alla collaborazione chiesta dal presidente Lotito al governatore del Veneto, Luca Zaia - in attesa poi del richiamo che verra' fatto direttamente nella Capitale.
Anche la Roma ha provveduto in questi giorni a vaccinare la squadra, soprattutto in vista del ritiro in Portogallo che scattera' il prossimo 26 luglio e si aggiunge ad altri club, come Fiorentina, Bologna e Milan che avevano gia' avviato l'iter. Certo il tempo corre e al campionato non manca molto, per questo il professore Enrico Castellacci, medico storico della Nazionale e attuale presidente della Libera associazione medici italiani del calcio (Lamica), ha lanciato la sua idea, quella del green pass per gli agonisti.
"Non so se sia una decisione che si puo' prendere a livello federale o piu' alto, ma un green pass per i giocatori permetterebbe di circoscrivere cio' che ora sta succedendo in cluster come Spezia ed Empoli - spiegato Castellacci -. Ci vuole certamente una presa di posizione forte, anche difficile; capisco che culturalmente e socialmente puo' essere contraddetta, ma e' chiaro che nel mondo degli agonisti se si ha il green pass ci sono maggiori garanzie - ha continuato -. Io spero che la federazione possa accettare un'idea di questo genere perche' l'importante e' non mettere a rischio la salute dei calciatori e il campionato".





