L'altarino dedicato al baby boss Emanuele Sibillo, nel cuore del centro storico di Napoli veniva utilizzato dal clan anche nell'esercizio di attività delittuose.
Dalle indagini è emerso che alcuni commercianti, sotto estorsione, venivano trascinanti davanti all'altare, costretti a inginocchiarsi e a riconoscere la supremazia di quell'altarino, dunque della famiglia e del clan Sibillo. Non era dunque un luogo di commemorazione familiare, ma utilizzato per finalità dell'organizzazione.
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I commercianti dei Decumani vittime di estorsione venivano trascinati davanti all'altarino e costrette a inginocchiarsi per riconoscere la forza dell'organizzazione.Potrebbe interessarti
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Come anche in altre localita' dei Decumani (e come fanno anche altri clan in altri quartieri della citta') era stato istituito un servizio di ronda, finalizzato a tenere sotto controllo la zona ritenuta "di competenza" del micro-clan che comunque, agiva sotto il controllo del cartello criminale dell'Alleanza di Secondigliano.
Il gruppo criminale dei Sibillo, legato al clan Contini e quindi al cartello camorristico dell'Alleanza di Secondigliano, ed era totalmente funzionale alle attività del clan. Partendo da questa considerazione, l'altarino è stato oggetto di un provvedimento di sequestro eseguito questa mattina dai Carabinieri del Comando provinciale di Napoli supportati dai Vigili del Fuoco. E' stata smontata la struttura a protezione degli oggetti contenuti, tendaggi, vetrate e fioriere, oltre a un busto raffigurante il volto di Emanuele Sibillo, foto e luci.






