I giudici, al termine di una camera di consiglio durata oltre quattro ore, hanno disposto una ventina di condanne nel procedimento nato dalla decisione della Cassazione che, nell’ottobre del 2019, ha fatto cadere l’accusa di associazione mafiosa riconoscendo pero’ l’esistenza di due organizzazioni criminali distinte dedite anche alla corruzione di pubblici funzionari e amministratori locali. La Suprema corte ha quindi rimandato gli atti a piazzale Clodio per il riconteggio delle pene.
Nel primo processo di appello, nel settembre del 2018, Carminati era stato condannato a 14 anni e mezzo e Buzzi a 18 anni e 4 mesi col riconoscimento per entrambi dell’aggravante di mafia. Tredici imputati hanno ottenuto di concordare la pena. Tra loro l’ex consigliere regionale Luca Gramazio per una pena definitiva a 5 anni e 6 mesi, per Franco Panzironi 3 anni e 6 mesi. Per Riccardo Brugia 6 anni mentre per Fabrizio Franco Testa 5 anni e 6 mesi, Matteo Calvio 5 anni e 7 mesi, Paolo di Ninno 3 anni 8 mesi e 10 giorni, Alessandra Garrone (moglie di Buzzi) 2 anni 9 mesi e 10 giorni, Claudio Caldarelli 4 anni e 5 mesi. Assolti, invece, Angelo Scozzafava e Antonio Esposito. Alla lettura della sentenza era presente la sindaca Virginia Raggi.
Carminati e Buzzi sono tornati liberi la scorsa primavera per decorrenza termini. L’ex Nar e’ stato scarcerato dopo avere svolto 5 anni e 7 mesi di detenzione preventiva una parte della quale, fino al luglio del 2017, in regime di 41 bis, il carcere duro. Al momento nei confronti di Carminati non sono arrivati nuovi provvedimenti restrittivi da parte della Corte d’Appello o della Procura ed e’ stato disposto l’obbligo di dimora.
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