Si confessa dal prete e restituisce 200 monete rubate a Paestum. Una persona anonima, tramite il sacerdote, ha fatto recapitare una busta contenente il bottino al Parco archeologico di Paestum.
Grazie al segreto confessionale, una persona anonima ha fatto recapitare, per il tramite del sacerdote confessore di una parrocchia del territorio, una busta con più di 200 monete antiche al Parco archeologico di Paestum chiedendo di consegnarle personalmente al direttore Gabriel Zuchtriegel.

È l'ultima di una serie di restituzioni da parte di persone che, mosse dal rimorso di aver commesso un atto dannoso per il patrimonio, hanno deciso di riconsegnare quanto sottratto in maniera illegittima alla conoscenza e alla fruizione pubblica.
Come ha rivelato una prima analisi dei materiali da parte del professor Federico Carbone, numismatico dell'università di Salerno, in questo caso, però, tra originali antichi si nascondevano anche una serie di falsi realizzati in maniera più o meno professionale: "Di 208 reperti numismatici - osserva Carbone - 7 sono falsi, mentre dei 201 originali 5 sono in argento, una medaglietta è in alluminio e tutti gli altri sono in lega di rame.Potrebbe interessarti
Castellammare, l'ombra del clan D'Alessandro sulla politica: indagati figlio e nipote del consigliere
Tragedia di San Paolo Belsito, la madre. "Mio figlio deve pagare"
La bomba a Report e la pista oscura: "Così la camorra ha tentato di zittirci"
Femminicidio a Piscinola, la Procura apre un’inchiesta per omicidio: Nunzia è stata colpita alla testa
Un buon numero, sempre riferibili a queste stesse serie, risulta illeggibile a causa dello scarso grado di conservazione. Inoltre - evidenzia Carbone -, 45 esemplari potrebbero restituire maggiori informazioni a seguito di interventi di pulizia. La composizione del nucleo, quindi, rispecchia grosso modo quanto generalmente si rinviene nel territorio pestano".
Secondo il direttore del Parco, "si tratta di una restituzione importante di materiali originali, misti con falsi, sottratti indebitamente e che ora vengono reinseriti in un contesto di legalità, ricerca e musealizzazione. Il nostro appello a chi dovesse nascondere reperti archeologici a casa è di seguire l'esempio e restituire, oltre agli oggetti, la storia che essi raccontano al nostro territorio".



































































