Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, non si smentisce mai nelle sue 'capriole' politiche.
E ora a un anno dalla pandemia si accorge che ci sono a suo dire "troppi morti" a Napoli e in Campania e dopo aver contrastato De Luca in tutte le tv italiane chiede restrizioni fino a marzo- aprile.
"Sono molto preoccupato da un dato: il numero dei morti a Napoli in Campania è molto alto e va tracciato con una maggiore attenzione".Potrebbe interessarti
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"In autunno ci sono stati molti morti a Napoli - sottolinea il sindaco del capoluogo partenopeo - Ci siamo dibattuti sui colori, su tante cose, ma il numero dei morti è stato molto alto e questo ha avuto un suo trend esponenziale a cominciare dal mese di settembre per arrivare fino a novembre. Io credo che l'autunno a Napoli e in Campania sia stato caratterizzato da un'alta mortalità - evidenzia de Magistris - e credo che quel momento storico, anche di confusione, conflittualità, in particolare sui colori tra governo e Regione, non abbia aiutato. Ecco perché c'è bisogno di armonia, adeguatezza e capacità di intervenire in maniera rapida. Credo che questa confusione sui colori non stia aiutando nel contrasto alla pandemia".
"Credo che l'inizio della liberazione progressiva della pandemia cominci dalla primavera - ribadisce il sindaco di Napoli - e da lì che si può misurare la rinascita di un Paese. Oggi però mi sarei aspettato da parte del governo nazionale maggiore intesa con le Regioni, una più capace convivenza col virus - incalza de Magistris -. Il balletto, la litania, le contraddizioni, le ambiguità e le inadeguatezze che si sono viste sulla scuola sono davvero incredibili. Lo testimonia la protesta degli studenti di ieri, che è emblematica. Gli studenti protestano perché vogliono andare nel luogo della democrazia che è la scuola. E il governo e la Regione - prosegue il sindaco di Napoli -, che ci hanno inchiodato giornate intere, compresa la vigilia di Natale, a fare riunioni in prefettura sull'organizzazione del trasporto pubblico, sugli orari delle scuole, facendolo al meglio, per poi ritrovarci che a Firenze aprono le scuole e a Napoli no, a Milano no e in un'altra città sì. Il diritto all'istruzione - evidenzia ancora l'ex pm - credo che dovrebbe essere un diritto nazionale riconosciuto a tutti. Questo è un altro elemento del fallimento costituzionale di questo momento di inadeguatezza, dell'incapacità di trovare un punto di armonia alto, tra governo nazionale e Regione".





