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Imponevano le assunzioni di buttafuori nei locali della penisola sorrentina: presi due pregiudicati

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Imponevano le assunzioni di buttafuori nei locali della penisola sorrentina: presi due pregiudicati. Uno è un esponente di spicco del clan D’Alessandro di Castellammare.

Nella mattinata odierna, personale dei Commissariati di Castellammare di Stabia e di Sorrento, dava esecuzione ad ordinanza cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, emessa su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti dei seguenti indagati:

SPAGNUOLO Nino, di anni 43, originario di Castellammare di Stabia e gravitante nell’orbita del clan camorristico D’Alessandro, attualmente ristretto presso la Casa Circondariale di Fuorni ( e TERMINIELLO Massimo, di anni 40, residente in Meta, noto pluripregiudicato della penisola sorrentina.
Gli indagati sono accusati di aver effettuato una serie di estorsioni in danno di operatori economici, della penisola sorrentina, attivi nel settore della movida a cui imponevano l’assunzione di personale addetto alla sicurezza (i cd. buttafuori).

In particolare, ai titolari di alcune discoteche ed alcuni bar, veniva imposto, attraverso minacce, l’assunzione di personale addetto al servizio di sicurezza a cui veniva fornito anche il “paravento” di un contratto stipulato con un’agenzia di sicurezza attiva ed operante nel napoletano. Le indagini permettevano di accertare, tuttavia, che la maggior parte del personale inviato nei locali, non era munito delle necessarie autorizzazioni ed anzi il più delle volte si trattava di personaggi che non avrebbero mai potuto ottenere tali autorizzazioni in quanto gravati da precedenti penali e/o di polizia.

Al vertice di tale gruppo era posto lo Spagnuolo che, sebbene ristretto agli arresti domiciliari, dettava disposizioni, indicando il personale da mandare ai locali, stabilendone i compensi e le mansioni ed affidando l’esecuzione ed il controllo di quanto stabilito al suo fidato collaboratore Massimo Terminiello. Lo stesso Spagnuolo percepiva dal personale addetto alle sicurezze una quota della loro paga mentre altra quota della stessa veniva versata al clan camorristico D’Alessandro, garante della possibilità di “lavorare” in penisola sorrentina in un regime di fatto monopolistico.

Le investigazioni permettevano anche di accertare che Nino Spagnuolo era il vero titolare della nota discoteca “Plan B” fittiziamente intestata ad altro indagato stabiese impegnato in altri lavori saltuari ed occasionali. Anche per la gestione della discoteca lo Spagnuolo utilizzava quale suo fidato braccio destro Terminiello Massimo che si occupava delle incombenze da eseguire in loco . Gli indagati sono stati sottoposti a misura cautelare per il reato di cui all’art.512 bis c.p. e conseguentemente è stato disposto anche il sequestro delle quote societarie della discoteca.

I due pregiudicati sono stati raggiunti da ordinanza cautelare per estorsione, aggravata dal metodo camorristico, in danno dell’ex socio del Plan B, da cui si faceva consegnare, dietro una serie di minacce gravi, la somma di ventimila euro. Terminiello Massimo, dopo le formalità di rito e il fotosegnalamento, veniva associato alla Casa Circondariale di Napoli Secondigliano mentre Spagnuolo Nino rimaneva associato alla Casa Circondariale di Fuorni (SA) dove gli veniva notificato il provvedimento restrittivo ed ove era già detenuto da tempo per altro.

La complessa ed articolata attività investigativa dei Commissariati distaccati di Castellammare di Stabia e di Sorrento, coordinati dalla D.D.A. di Napoli, ha permesso di svelare l’operatività di un gruppo criminale che “inquinava” la vita notturna sorrentina ed alterava anche le dinamiche economiche connesse alle attività commerciali collegate al divertimento notturno.


Articolo pubblicato da Redazione il giorno 21 Dicembre 2020 - 14:33

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