foto di repertorio
“L’augusto ‘caudillo’ di palazzo Santa Lucia, non più tardi di venerdì scorso, durante la solita liturgia che officia via Fb, si è scagliato contro le ‘regioni canaglia’ che aumentano fraudolentemente il numero dei tamponi effettuati gonfiandoli con i test rapidi che, ipse dixit, sono del tutto inutili. Ora, lo stesso accusatore ha pensato bene di fare dietrofront promuovendo un protocollo con Federfarma ed Assofarma con il quale non solo afferma che i tamponi rapidi sono buoni ma che addirittura è necessario farli non già nei perfidi ed avidi laboratori di analisi cliniche, bensì..nelle farmacie!! Sì, avete letto bene: nelle farmacie”.
Così, in una nota, Gennaro Lamberti, presidente di Federlab Italia, tra le principali associazioni nazionali di categoria dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatoriali privati accreditati con il SSN (con oltre duemila strutture associate). In quel protocollo, attacca Lamberti “non vengono indicati i requisiti minimi di autorizzazione per eseguire uno screening, quello antigenico, che resta comunque invasivo. Nossignore: mancano regole igienico sanitarie stringenti da seguire e, come d’incanto, spariscono anche i problemi di assembramento (visto che la prenotazione è solo consigliata)”. E poi, rilancia Lamberti: “viene concesso ai farmacisti addirittura l’uso del suolo pubblico, dei camper, delle tende da campo. E, udite udite, non occorre personale specializzato. Gli esami? Possono farli i farmacisti stessi e, se vogliono, magari, i biologi (che, commossi, ringraziano), gli infermieri e addirittura gli OSS”. E ancora: come “ogni bella favoletta che si rispetti – punzecchia il presidente di Federlab – ecco arrivare il lieto fine: la Regione si sobbarca un costo massimo di 20 euro a test! Insomma: li paga pure! Ai farmacisti, però, non certo ai laboratori”.
Laboratori, sbotta polemico Lamberti, che poi “puntualmente finiscono nel mirino dei controlli dei Nas con sanzioni e contravvenzioni che riguardano esattamente ciò che, invece, viene liberamente concesso ai farmacisti. Tutto ciò è assurdo”. “Le farmacie avranno pure una rete estesa e capillare sul territorio ma, con tutto il rispetto per la categoria commerciale, anche i tabaccai ne sono dotati. Perché allora non farli anche da loro e poi, a seguire, presso parrucchieri, barbieri ed estetisti?” conclude provocatoriamente Lamberti.
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