Le misure cautelari, emesse dal gip di Parma su richiesta della Procura, riguardano appunto sette persone, tra imprenditori e professionisti, operanti nel settore della metalmeccanica e dell’impiantistica industriale attraverso due distinti consorzi riconducibili a due imprenditori. Uno di questi, hanno ricostruito i finanzieri, era stato recentemente condannato in primo grado dal tribunale di Catanzaro per il reato di associazione mafiosa perche’ ritenuto organico alla cosca di ‘ndrangheta Farao- Marincola. Sono in corso di esecuzione sequestri per equivalente, fino a concorrenza delle imposte ritenute evase, per circa 12 milioni di euro di euro, su conti correnti, depositi e immobili riconducibili agli indagati. Secondo il quadro accusatorio, gli indagati avrebbero messo in atto un articolato meccanismo di frode attraverso il quale il presunto sodalizio criminale riusciva a fornire, ad importanti aziende di rilevo nazionale ed internazionale attivi sul territorio emiliano, servizi e manodopera a prezzi fuori mercato.
La Procura della Repubblica di Parma, a seguito della ricostruzione investigativa eseguita dalle Fiamme Gialle, ha indagato 36 persone e contestato, complessivamente, oltre centoventi capi di imputazione per i reati di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, alla dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti inesistenti ed alla indebita compensazione di debiti con crediti inesistenti. In alcuni casi, nei quali sono emerse triangolazioni fittizie con societa’ di diritto estero, e’ stata anche contestata la transnazionalita’ del reato, ovvero la commissione di reati in piu’ stati dell’Unione Europea. Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare e reale sono state effettuate complessivamente 20 perquisizioni locali, interessando oltre la provincia di Parma anche le province di Bologna, Reggio Emilia, Rimini, Lodi, Torino, Palermo, Agrigento e Caltanissetta, con l’impiego di circa duecento finanzieri. I beni destinatari del provvedimento di sequestro sono dislocati nelle province di Parma, Rimini, Reggio Emilia, Milano, Monza, Lodi, Varese, Torino, Cuneo, La Spezia, Reggio Calabria, Crotone, Caltanissetta, Enna, Agrigento, Taranto, Napoli, Caserta e Cagliari.
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