Si è svegliato e sta bene il paziente di 51 anni che ieri è stato sottoposto a trapianto di fegato.Potrebbe interessarti
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Importante ancora una volta l’impegno profuso dal Centro Trapianti di Fegato della Regione Campania diretto dal dottor Giovanni Vennarecci che è parte del Dipartimento Trapianti del Cardarelli (diretto dal dottor Ciro Esposito).
L’organo necessario al trapianto è arrivato dalla Puglia e, come previsto dalle linee guida, il donatore è stato testato per assicurare la negatività al virus. Allo stesso modo si è provveduto a verificare la negatività del ricevente con tampone e tac al torace. "Verifiche essenziali - chiarisce il direttore Sanitario Giuseppe Russo - così come previsto dalle vigenti procedure operative. Per garantire la massima protezione del paziente - aggiunge - abbiamo implementato protocolli di verifica che riguardano tutto il personale che entra in contatto con il ricevente, che viene peraltro gestito attraverso un percorso protetto".
L’intervento è iniziato alle 17.00 di venerdì 3 aprile 2020 ed è terminato poco dopo l’una della notte. In sala operatorie i chirurghi Giovanni Vennarecci, Giuseppe Arenga, Luca Campanella Gennaro Orlando e lo specializzando Luca Vaccaro. Due le équipe anestesiologiche con i medici Carmen Chierego, Gaetano Azan, Elsa Verniero e Angela Grasso, Gigi D’Alessio e lo stesso Ciro Esposito. Essenziale anche il contributo degli infermieri Roberto Rondinella, Nino Porri, Carmine Gargiulo e Vitale Filo. "Un intervento - sottolinea il direttore generale Giuseppe Longo - che ci rende molto orgogliosi, così come siamo orgogliosi di tutta l’assistenza che, grazie alla organizzazione e alla professionalità dei nostri operatori, riusciamo a garantire anche in un momento tanto complesso. Questa è la nostra vittoria più grande ed è ciò per cui lavoriamo ogni giorno, riuscire a garantire assistenza a quanti confidano in noi anche al di là della pandemia".
Ora in Utif, estubato e in buone condizioni, l’uomo potrà presto riabbracciare i propri cari. "Ce la mettiamo tutta - concludono i sanitari - per fare in modo che questa pandemia non spezzi altre vite".










































































