

Utilizzando l'algoritmo XLAW, gia' sperimentato in 11 comuni italiani per prevenire i crimini di carattere predatorio, si possono individuare le zone dove effettuare la prevenzione sulla diffusione della pandemia del coronavirus. E' quanto emerge dallo studio "Link City: Oltre Lo Shock del Coronavirus. Un modello predittivo per fronteggiare le pandemie di oggi e prevenire quelle di domani"" della Societa' Italiana di Intelligence e del Laboratorio Predictive Intelligence dell'Universita' della Calabria per definire le aree a maggiore rischio di contagio all'interno delle citta'. La ricerca e' stata realizzata da Mario Caligiur, docente dell'Universita' della Calabria e Presidente della Socint, Elia Lombardo, coordinatore del Laboratorio Predictive Intelligence dell'Universita' della Calabria, e Donato Piccoli, urbanista. "Per verificare la validita' della proposta - si legge in un comunicato - e' stata effettuata una simulazione nel nucleo centrale della citta' di Napoli individuando le tredici zone a piu' alta probabilita' di contatti tra individui. In questo modo si potrebbe disporre di un modello predittivo che permetta di limitare chirurgicamente sul territorio il contatto tra i cittadini per una piu' efficace gestione dell'emergenza in attesa che venga individuato il vaccino". Secondo gli autori dello studio, nelle zone individuate dall'algoritmo come quelle a maggiore rischio di contagio, presente e futuro, si potra' intervenire con azioni mirate. Tra queste: la chiusura totale o parziale di questi luoghi, l'incremento degli sforzi sanitari come l'uso di tamponi specificamente per la popolazione delle zone interessate, il perfezionamento dei controlli di polizia.