C'e' prima di tutto un numero allarmante fornito dal presidente dell'Istituto superiore di sanita', Silvio Brusaferro, che ha parlato di "1822 decessi nelle Rsa della Lombardia".Potrebbe interessarti
Spedizioni sempre più complesse e vincoli contrattuali: la soluzione? Paccofacile.it
Italia in caso di attacco atomico le alte cariche dello Stato restano senza bunker
Faida tra famiglie sinti: uccisa Dolores Dori, 44enne abbandonata davanti all’ospedale di Desenzano
Liguria, la sposa è in ritardo: il prete non ammette ritardi e inizia il matrimonio senza di lei
I trasferimenti dagli ospedali, accettati su base volontaria da 15 Rsa, sono serviti "per salvare delle vite", ha detto ancora, quando gli ospedali erano al collasso. E gli anziani, ha spiegato ancora l'assessore, hanno ricevuto migliori cure rimanendo nelle residenze perche' "portare persone inferme nei pronto soccorso saturi sarebbe stato piu' rischioso per loro". In piu', ha sostenuto ancora l'assessore, "fare il tampone a persone con problemi respiratori era totalmente inutile, noi abbiamo detto alle Rsa di isolare quegli ospiti con sintomi". In effetti, se i numeri delle morti sono impressionanti, sono bassi quelli dei casi accertati di contagio. Pochissimi i tamponi, insomma. Su un totale, ad esempio, di 3859 deceduti nelle Rsa - come scrive l'Iss in un rapporto basato su un questionario compilato da 577 strutture in tutta Italia - solo 133 sono risultati positivi a tamponi effettuati. Intanto, dei numeri li hanno voluti fornire anche Fp-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil su una delle terre piu' devastate dallo tsunami Coronavirus, la provincia di Bergamo, dove per i sindacati a marzo hanno perso la vita 1.100 ospiti nelle case di riposo. In una provincia in cui, tra Alzano Lombardo e Nembro, non venne istituita una nuova 'zona rossa', con le polemiche che ne sono seguite tra Governo e Regione. Un fronte su cui, tra l'altro, sono al lavoro anche i pm di Bergamo nell'inchiesta che vede al centro la gestione dei primi pazienti nel pronto soccorso di Alzano che divenne focolaio di contagio. "E' evidente che in queste condizioni il Pronto Soccorso di Alzano Lombardo non puo' rimanere aperto", scriveva in una lettera il 25 febbraio il direttore sanitario della struttura, Giuseppe Marzulli, all'Azienda socio sanitaria Bergamo Est, che avrebbe deciso di riaprire il presidio il 23 febbraio, dopo poche ore di chiusura. Tutti elementi al vaglio dei pm, con l'acquisizione di documenti e l'ascolto di testimoni, tra medici e operatori.






