Il primo segnale e’ stata la scomparsa dei blocchi dalle strade di accesso al paese. Il divieto di spostarsi dal comune o di entrare nel territorio di Lauro non c’e’ piu’. Dal 5 aprile scorso il centro piu’ importante del Vallo di Lauro era diventata zona rossa, con un intero nucleo familiare contagiato dal coronavirus e il timore che quella famiglia, gestendo un supermercato con consegne a domicilio, potesse aver contagiato decine e decine di persone. Una doccia fredda per la comunita’ che fino a quel momento aveva registrato soltanto due casi di positivita’ peraltro senza complicazioni eccessive. Da allora tutte le restrizioni possibile per evitare il diffondersi della malattia. Da 24 ore si potrebbe respirare un po’ in piu’ e invece il sindaco richiama tutti all’ordine. “Non cambia nulla”, dice all’AGI Antonio Bossone, che maneggia i dati dello screening avviato dall’Asl di Avellino soltanto la scorsa settimana.
“Dopo il 4 maggio vedremo – aggiunge Bossone – ma per ora tutto resta invariato”. Dal 5 aprile scorso non si sono registrati nuovi contagi, i positivi restano fermi a 10, 2 dei quali registrati prima del focolaio familiare. La mappatura dei contatti pero’ e’ tutt’altro che conclusa. Sono stati eseguiti i test rapidi su una trentina di persone, ma non su tutti i 200 segnalati come sospetti per il solo fatto di aver avuto contatti con la famiglia che gestisce il supermercato. Le strade del paese continuano a essere deserte. I Lauretani si sono barricati nelle abitazioni, anche perche’ i controlli delle forze dell’ordine, che in zona sono gia’ di per se’ molto serrati, sono strati stringenti, su un territorio peraltro non molto esteso. “L’ordinanza e’ in linea con le disposizioni nazionali e regionali – aggiunge il sindaco – e restano fermi i divieti che avevo emesso prima della zona rossa”. I commercianti di generi di prima necessita’ continuano a tenere un registro che i clienti devono firmare per dichiarare che sono residenti a Lauro. Ma da oggi sara’ possibile riprendere, da parte degli esercenti, il servizio di asporto dei generi di prima necessita’ verso i comuni limitrofi che non sono attrezzati. “Dobbiamo pero’ proseguire con i test rapidi a tappeto – precisa il sindaco – non possiamo limitarci a controllare solo i possibili contatti. Non e’ questo che si fa nelle zone rosse. Dobbiamo cercare gli asintomatici”.
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