"Carissimi sacerdoti, anche noi ? celebrando questo insolito Giovedi' Santo - siamo chiamati per vocazione a farci pane per le nostre comunita', a chinarci sulle loro ferite, a spenderci completamente per esse.Potrebbe interessarti
In questi giorni di grande ambascia e tribolazione il nostro posto non puo' che essere accanto a chi soffre, a chi e' nel bisogno. Non lo potremo fare nelle modalita' abituali dei riti liturgici, dei contatti umani. Ma certamente - detto Sepe ai sacerdoti della diocesi partenopea - potremo far sentire a tutti la nostra vicinanza affettuosa e paterna, raggiungendoli ugualmente con una telefonata, una lettera, un gesto di attenzione, utilizzando anche le modalita' della comunicazione digitale. Per portare tutti nel cuore. Per sentirci ancora una comunita' viva, operosa e solidale". "Ci sentiamo sommersi da un?ondata di sofferenza, che in maniera inattesa e' arrivata a sconvolgere le nostre famiglie, le nostre comunita', il nostro modo abituale di vivere. Davanti ai nostri occhi vediamo sfilare innumerevoli immagini di ospedali stracolmi di ammalati, strutture sanitarie sull?orlo del collasso, file interminabili di bare condotte anonimamente alla sepoltura", ha aggiunto l'arcivescovo di NAPOLI. "Eppure, in questo fosco quadro d?insieme, non mancano uomini e donne che si sono interamente votati a soccorrere vite umane, ad alleviare pene e disagi, a sostenere la comunita' umana nelle sue necessita'. Medici, infermieri, ausiliari stanno dando il meglio di loro stessi: senza vantarsi, senza risparmiarsi. Un?onda di generosita' e di altruismo veramente edificante", ha concluso il cardinale Sepe.






