foto di repertorio
“Uniti in questa guerra, lasciati soli dalle Istituzioni sanitarie regionali e dalle amministrazioni di Asl e Aziende sanitarie. Restiamo in trincea, ma chiediamo aiuto affinché il diritto di lavorare in sicurezza sia rispettato”. È un messaggio molto chiaro e di grande responsabilità quello che unisce a Napoli e in Campania i medici di medicina generale della FIMMG e i pediatri di famiglia della FIMP. Uniti nel denunciare l’assenza assoluta delle Istituzioni sanitarie regionali e delle Asl e Aziende sanitarie rispetto alla mancata fornitura di dispositivi di protezione individuale. “Per le direzioni generali – denunciano Vincenzo Schiavo, Corrado Calamaro e Luigi Sparano (FIMMG) – il problema dei medici di medicina generale non è un problema che gli appartiene. A loro dire noi medici di medicina generale non facciamo parte dell’organico e quindi dobbiamo risolvere da soli. Al di là di quella che si configura come una questione di diritto o ancor peggio un problema burocratico, credo che sia incredibile che in un momento come questo si ragioni in questo modo. Esporre all’alto rischio di un contagio una categoria, che tra l’altro è composta per il 60% da medici con più di 65 anni e spesso con malattie croniche, non è qualcosa che si può accettare. Saremmo anche disposti ad acquistare questi dispositivi di protezione individuale autotassandoci , ma trovarli è impossibile. E in questo silenzio assordante delle Istituzioni sanitarie Regionali sono già almeno 3 i medici di famiglia che a Napoli e in provincia sono vittime di contagio. Non possiamo fare altro che laniare un appello al buon senso e all’unità”.
Sulla stessa linea l’allarme che arriva dalla sezione campana della Federazione Italiana dei Medici Pediatri.”In regione – dice Giannamaria Vallefuoco, segretario regionale FIMP, ci contestano che essendo lavoratori autonomi in convenzione non abbiamo diritto a ricevere dispositivi di protezione individuale. Una risposta che contestiamo tanto in punto di diritto, tant’è che tutte le altre regioni d’Italia queste dotazioni arrivano; tanto sotto il profilo umano”. E a richiamare le Istituzioni e i manager della sanità Campana interessati da questo problema è anche Antonio D’Avino, vice presidente nazionale FIMP: “Scaricare così le categorie che sono in prima linea in questa battaglia significa non avere rispetto del lavoro, della professionalità e della vita di centinaia di professionisti e soprattutto non tutelare la collettività che, se molti medici medici dei assistenza primaria dovessero contagiarsi, perderà dei punti di riferimento fondamentali per la tenuta del sistema. Una posizione che non possiamo accettare. Spero che queste mancanze si risolvano presto”. A Napoli si registrano anche per i pediatri i primi contagi, di oggi il trasferimento al Cotugno di un pediatra di famiglia che ha una positività al Covid-19 e presenta una polmonite bilaterale interstiziale.
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