“Un punto essenziale per uscire vittoriosi da quest’emergenza è proteggere il personale sanitario dall’infezione perché è la risorsa più preziosa”. E’ quanto sostiene Emilio Benetti, dirigente sindacale Nursind del Pascale di Napoli. E spiega come spesso le mascherine vengono utilizzato in maniera inappropriata. “Di norma, infatti, tale presidio, dovrebbe essere utilizzato dai sanitari che assistono individui infetti o potenzialmente tali, in particolare durante le manovre che producono maggiore aereosolizzazione (ad esempio intubazione, broncoaspirazione a circuito aperto, broncoscopia).Diverse le persone del mondo dello spettacolo, politico e dello sport che, nonostante risultino asintomatiaci, continuano ad essere sottoposti al tampone, mentre per il personale sanitario, di cui si riscontrano migliaia di casi positivi, tale procedura viene centellinata e riservata troppo spesso ai soli sintomatici. Se a questo vi aggiungiamo i diversi protocolli sparsi a livello nazionale che, spesso misconosciuti anche dall’Azienda Ospedaliera che li adotta, confondono il personale e ritardano in maniera anche significativa la diagnosi, esponendo così anche il personale “sano” al contagio, oltre che l’intera collettività.
Benetti spiega ancora che è “illogico sorvolare sulla sicurezza del personale sanitario esistente (già formato e con esperienza) e poi fare bandi di assunzione urgenti; è illogica la corsa forsennata ad acquistare respiratori se poi ci si trova senza personale per assistere i pazienti. In qualsiasi situazione di emergenza in cui c’è qualcuno da salvare la regola base è non far ammalare, o peggio ancora morire, chi interviene per aiutare. Questo il nostro obiettivo. Non esistono Ordini, categorie professionali o orientamenti politici, oggi più che mai esistono persone. Gli sforzi che noi come Nursind stiamo mettendo in campo in questi giorni puntano a garantire a tutti i lavoratori la tutela della salute”.
E per questo che il Nursind ha inviato il 20 marzo scorso una lettera di diffida nei confronti del Governatore della Regione Campania, del Prefetto di Napoli, della Procura della Repubblica e dell’Ispettorato del Lavoro di Napoli nella quale si contestava la mancata adozione delle misure minime per il contenimento del contagio ed a tutela della salute dei lavoratori e della sicurezza sui luoghi di lavoro.
“Un altro aspetto fondamentale-conclude Benetti- è quello motivazionale ed emotivo del personale sanitario che, in una situazione di enorme sovraccarico di lavoro e di stress, ha dovuto e deve preoccuparsi anche di rischiare di ammalarsi e di trasmettere quindi il contagio ai propri cari. In queste situazioni bisogna fare di tutto per ridurre la probabilità di burn out degli operatori e la percezione di essere protetti dall’infezione è il primo punto per andare nella giusta direzione. A tutti sia ben chiaro un concetto: ‘Non siete soli’. Noi ci siamo, sia in prima linea che dietro le quinte e continueremo a lavorare insieme a Voi e con Voi per uscirne vittoriosi da quest’emergenza, certi che domani ci riabbracceremo più forte di prima”.
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