La giustizia si ferma per il coronavirus fino al 31 maggio. Uno stop di due mesi e mezzo, il più lungo deciso finora dal governo. A mettere il sigillo è il decreto del ministro Alfonso Bonafede e che impone restrizioni a tribunali e procure in tutt'Italia. La sospensione può essere decisa dal capo dell'ufficio giudiziario e scatta - si legge nel testo - in caso di "emergenze epidemiologiche certificate". Slitterebbero così a giugno le udienze civili e penali, tranne alcune eccezioni. 'Salvi' in particolare i procedimenti urgenti, le udienze su misure cautelari, quelle sulla convalida di arresti o fermi nei procedimenti che riguardano detenuti e imputati minorenni, le convalide di espulsioni dei migranti. Non si fermano nemmeno le cause di competenza del tribunale dei minori, le udienze sulla possibilità di adottare bambini o quelle riguardanti minori stranieri non accompagnati o bambini allontanati dalle famiglie. Inoltre, saranno celebrati a porte chiuse i processi normalmente pubblici.
Nel decreto "ci sono misure fondamentali per garantire che addetti ai lavori e utenti siano tutelati. Il decreto prevede che da lunedì per due settimane verrà applicato agli uffici giudiziari il regime della sospensione feriale per potersi organizzare" alle nuove misure. Lo dice il ministro della giustizia Alfonso Bonafede a Palazzo Chigi. "Fra due settimane si da un quadro a tutti i vertici degli uffici giudiziari la possibilità di poter organizzare l'attività in un modo che sia finalizzato prima di tutto a tutelare la salute di addetti ai lavori e utenti", spiega Bonafede che aggiunge: "In queste due settimane fino al 23 marzo gli uffici giudiziari funzioneranno come nel mese di agosto. Queste due settimane serviranno ai responsabili degli uffici giudiziari per predisporre le regole" per rispettare il decreto.
Le misure adottate per tribunali e uffici giudiziari, dopo due settimane di sospensione feriale che partirà da lunedì, coprono un periodo "fino al 31 maggio", la scelta "per non creare un periodo troppo ristretto che avrebbe posto la necessità di proroghe, ciò non toglie che se l'emergenza avrà conclusione molto tempo prima, come ci auguriamo che sia, riporterà pian piano gli uffici giudiziari all'ordinaria attività". Lo ha spiegato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al termine del Cdm. Gli "uffici giudiziari in aree con contagi inferiori potranno organizzarsi in maniera diversa - ha chiarito il Guardasigilli - a seconda delle esigenze si organizzeranno per tutelare la salute pubblica. Tra queste misure, ci sono anche i rinvii di udienze non urgenti, disposto dai vertici degli uffici giudiziari".
Cambierebbe poco, invece, la vita per i detenuti all'epoca del coronavirus: nella bozza iniziale, nessun riferimento a eventuali limiti a colloqui con i familiari in carcere ne' ai trasferimenti per visite mediche esterne, come ha reclamato l'Unione dei sindacati di polizia penitenziaria.Potrebbe interessarti






