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Situazione ancora tesa sul fronte carceri, anche se le proteste molto forti inscenate ieri dai detenuti di circa 30 penitenziari di tutta Italia contro l'inasprimento della normativa sui colloqui con i parenti come misura di precauzione contro il coronavirus vanno placandosi. Secondo il ministero della Giustizia si sono conclusi quasi dappertutto i disordini, ma in alcuni istituti la situazione non è ancora definita e le manifestazioni sono tutt'ora in corso, e soprattutto il bilancio è drammatico: alle 7 vittime registrate ieri, se ne sommano altre 4, di cui 3 detenuti nel carcere di Rieti: dai primi rilievi si sospetta che i decessi possano essere stati causati dall'assunzione sconsiderata di farmaci presi durante il saccheggio dell'infermeria durante la rivolta di ieri, analogamente a quanto accaduto nel carcere di Modena, dove è deceduto un altro detenuto, presumibilmente anch'egli a seguito di overdose da farmaci: era stato ricoverato in gravi condizioni ed è l'ottavo decesso dalla rivolta di domenica scorsa. A Bologna permane l'occupazione di alcune sezioni da parte dei detenuti. A Melfi sono stati liberati nel corso della notte i quattro agenti e le cinque unità di personale sanitario trattenuti dai detenuti, mentre proseguono le manifestazioni di protesta a Caltanissetta, Enna, Larino, Pescara e Avellino, con gruppi di detenuti che rifiutano di rientrare nelle celle. Nuovi episodi di disordini si segnalano oggi a Rieti, Palermo Pagliarelli, Genova e Campobasso






