Fino al 30 giugno prossimo potrà essere ottenuta la detenzione domiciliare dai detenuti che devono scontare una pena – o residuo di pena – fino a 18 mesi, come già previsto dalla normativa vigente, ma con una procedura semplificata. Lo spiega il ministero della Giustizia illustrando in una nota i contenuti del nuovo decreto legge, relativi al mondo penitenziario.
Queste nuove disposizioni varranno sino al 30 giugno e prevedono una procedura per la concessione della detenzione domiciliare molto più snella dell’attuale, con l’eliminazione di alcuni passaggi. Rispetto alla disciplina attuale sono state previste maggiori esclusioni, come quella dei detenuti che hanno commesso violazioni disciplinari. Entro dieci giorni il Capo del Dap farà un piano di distribuzione dei braccialetti elettronici, tenuto conto della capienza dei singoli istituti e del numero dei detenuti ristretti, e delle concrete emergenze sanitarie. L’allontanamento dal domicilio sarà punito come l’ evasione e dunque con pene detentive più elevate della pena da scontare (un anno nel minimo e tre anni nel massimo). Un dato che fa ritenere difficile che si verificheranno violazioni. Restano esclusi dalla norma che prevede la possibilità di accedere alla detenzione domiciliare – se si ha una pena da scontare inferiore a 18 mesi – i reati “particolarmente gravi”, come ad esempio quelli richiamati dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, i maltrattamenti in famiglia o lo stalking. Lo spiega il ministero della Giustizia. Saranno esclusi dalla misura anche i detenuti che hanno partecipato alle rivolte dei giorni scorsi.
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