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Il Ritratto di Raimondo di Sangro di De Mura, nella collezione permantente del Museo Cappella Sansevero

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Domani giovedì 30 gennaio, 310° anniversario della nascita di Raimondo di Sangro (Torremaggiore, 30 gennaio 1710 – Napoli, 22 marzo 1771), il Ritratto di Raimondo di Sangro principe di Sansevero, del pittore napoletano Francesco De Mura, entrerà a far parte della collezione permanente delle opere esposte nel Museo Cappella Sansevero. Il quadro, recentemente acquisito dall’istituzione museale, sarà collocato nella sacrestia della Cappella Sansevero, al termine del percorso di visita.L’iniziativa “Buon compleanno, principe!” prevede, con l’esposizione del quadro, tariffe speciali d’ingresso per tutte le persone che il 30 gennaio vorranno visitare il Museo acquistando i ticket alla biglietteria: il biglietto per gli over 25 avrà il costo di 5 €, per i visitatori di età compresa tra i 10 e i 25 anni il ticket costerà 3 €. Tutti coloro che verranno ad ammirare la Cappella Sansevero in quella data saranno omaggiati, inoltre, di una cartolina speciale con il Ritratto stampata per l’occasione.Straordinaria testimonianza dell’arte di Francesco De Mura (Napoli, 1696-1782), il dipinto presenta un Raimondo di Sangro maturo, in atteggiamento fiero e allo stesso tempo gioviale. La fascia rossa che scende dalla spalla destra e il ricco manto che avvolge la figura sono insegne dell’Ordine di San Gennaro, prestigiosa onorificenza conferita al principe nel 1740. La corazza da condottiero ricorda le glorie militari del personaggio, colonnello del Reggimento di Capitanata dal 1743 e protagonista dell’eroica battaglia di Velletri. I colori azzurro e oro dello stemma dei di Sangro si distinguono nel volant sul pettorale, che incornicia una testa leonina, particolare – quest’ultimo – presente anche nel ritratto del figlio del principe, Vincenzo, visibile nella navata della Cappella Sansevero.I tratti fisionomici e i segni di distinzione sociale del personaggio raffigurato hanno reso la sua identificazione con Raimondo di Sangro – proposta per la prima volta da Katia Fiorentino – comunemente accettata: “L’effigiato presenta precise affinità con i due ritratti già noti del di Sangro: l’incisione ad acquaforte di Ferdinando Vacca, databile tra il 1747 e il 1750, e il dipinto su rame di Carlo Amalfi, più tardo di circa vent’anni” (K. Fiorentino, in Ritorno al Barocco. Da Caravaggio a Vanvitelli, catalogo della mostra a cura di N. Spinosa, 2 voll., Napoli 2009: vol. I, p. 308, n. 1.170).Come ha infatti evidenziato recentemente Giuseppe Porzio, “accomunano i precedenti al volto in esame la medesima fronte ampia e rotonda […], l’ovale perfetto del viso, gli occhi grandi e comunicativi che predominano sui restanti caratteri: naso deciso, bocca sottile e serrata, sottomento pieno. Da tutte e tre le raffigurazioni promana una dignità insieme alta e accostante” (Antichi maestri a Napoli. Dipinti del Sei e Settecento, a cura di G. Porzio, Napoli 2019, p. 86).La tela, “tra le acquisizioni più notevoli – continua Porzio – emerse negli ultimi decenni per la pittura di ritratto a Napoli”, rappresenta un “vertice di eleganza e politezza formale” raggiunto da De Mura, “davvero degno della coeva produzione aulica di un Mengs o di un Van Loo” (Id., pp. 82-83).L’ovale, proveniente dal mercato antiquario madrileno e databile al 1750 circa, è stato esposto per la prima volta al Museo di San Martino nell’ambito della mostra Ritorno al Barocco e nuovamente, nel 2010, nella Cappella Sansevero durante le celebrazioni per il tricentenario della nascita di Raimondo di Sangro. Con l’acquisto dalla Galleria Porcini di Napoli effettuato da parte del Museo Cappella Sansevero nel settembre 2019, l’opera entra stabilmente nel tempio disangriano. Uno degli esiti più felici del De Mura ritrattista – “ha fatto molti ritratti, essendo in tal arte singolarissimo”, scriveva il contemporaneo Bernardo De Dominici – impreziosisce così la documentazione iconografica su una delle più celebri personalità del Settecento napoletano.“Siamo veramente felici di questa nuova acquisizione del Museo, che i nostri visitatori potranno ammirare insieme ai tanti capolavori che conserviamo – commenta Fabrizio Masucci, direttore del Museo Cappella Sansevero. Benché sia ampiamente documentato che la committenza artistica di Raimondo di Sangro andò ben oltre l’ambito della Cappella Sansevero, è assai raro che vengano rinvenute opere direttamente legate all’attività mecenatesca del principe”.“Dopo l’acquisto nel 2005 della Madonna con Bambino di Giuseppe Pesce, un altro eccezionale dipinto viene ad arricchire il nostro patrimonio – aggiunge Carmine Masucci, amministratore del complesso monumentale. Con l’acquisizione del Ritratto di Raimondo di Sangro, il principe di Sansevero torna finalmente a casa, e stavolta per restarci”.


Articolo pubblicato il giorno 29 Gennaio 2020 - 12:46

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