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Napoli, mamma con tre figli, di cui uno disabile, rischia lo sfratto: ‘Aiutatemi, sono disperata’

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Napoli. “Emanuela è in questo momento una donna sola e in difficili condizioni di salute che rischia di finire in strada con tre figli minorenni. Il più grande dei quali è cardiopatico e con la sindrome di down in una città già molto poco accogliente per chi vive la sua condizione. Come Campagna per il diritto all’abitare e sportello casa dello Sgarrupato/Damm stiamo cercando di sostenerla”. E’ l’appello lanciato dal comitato per il diritto alla Casa Magnammece o’ Pesone a favore di Emanuela iannilli che rischia di finire in mezzo alla strada e senza una casa insieme con i tre figli tra cui uno disabile e minorenne costretto a restare attaccato a una bombola d’ossigeno per gran parte della giornata. La donna, 4 mesi fa ha occupato una casa in affidamento all’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che gestisce l’immobile di circa 35 metri quadri in via Rampe di Montemiletto – ex proprietà di un esponente ritenuto al vertice di un clan della zona. In favore della famiglia della signora Emanuela si sono schierati anche i componenti di un’associazione sportiva del Rione Sanità, frequentata da uno dei figli della donna.

“Avremo bisogno a nostra volta di sostegno attivo. Il dramma abitativo si allarga- scrivono su facebook i componenti del comitato Magnammec o’ pesone- incurante degli altri drammi, delle traiettorie umane ed esistenziali che vi si allacciano intorno. Il diritto alla casa vive una condizione disastrosa per evidenti responsabilità politiche a tutti i livelli Istituzionali e la risposta sociale non può che essere collettiva, se complessive devono essere le soluzioni. Per non finire a svuotare il mare con un cucchiaio…
Ma intanto non bisogna mollare, perchè dietro ogni caso ci sono vite, affetti, storie che combattono per essere riconosciute…. la solidarietà dal basso è un’arma: usiamola!”.

“Chiedo aiuto all’Agenzia Nazionale- è la richiesta di Emanuela – mi permettano di restare in questa casa attraverso il pagamento di un fitto mensile. Siamo disperati. Sarebbe davvero terribile per me. Mio figlio disabile come potrà ricevere le sue cure? Ha bisogno spesso dell’ossigeno per respirare molto spesso.  E gli altri come faranno a crescere in modo sano? Spero si comprenda il mio disagio. Chi può, ci dia una mano”.


 


 


Articolo pubblicato il giorno 24 Novembre 2019 - 10:41

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