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Secondo Di Giacomo, inoltre, “sarebbero in corso indagini sempre all'interno di Poggioreale sulla morte di un detenuto considerata, forse troppo in fretta, un suicidio. È evidente che solo le indagini approfondite chiariranno i fatti per allontanare ogni dubbio e perplessità perché se la morte non fosse avvenuta per suicidio si avvalorerebbe la tesi sul controllo dei detenuti da parte dei capi camorra e degli affiliati impegnati nel reclutamento di nuova manovalanza criminale. Del resto casi di pestaggi e violenze in cella(tra detenuti)qui non sono assolutamente una novità. Poggioreale –dice ancora il segretario del S.PP. -non può essere una sorta di “zona franca” dove tutto può essere ammesso per il semplice fatto che lo Stato ha ammainato bandiera bianca e delegato il controllo ai capi clan. Sarà pure il carcere più grande d’Europa ma questo non ha alcuna giustificazione ed alibi per responsabilità istituzionali che appartengono al mondo della politica e al Ministero della Giustizia ai Ministri che si sono succeduti negli anni.Poggioreale è un carcere dove lo Stato ha fallito ed è per questo che torniamo fortemente a chiedere che venga chiuso quanto prima ricordando che la politica dello struzzo non ripaga mai, la realtà va guardata in faccia ed affrontata. Noi del Sindacato Polizia penitenziaria non ci siamo mai nascosti, abbiamo sempre denunciato le inefficienze del sistema, ed è per questo –afferma-che svolgiamo continue iniziative per tenere sempre alta l'attenzione su questo carcere, simbolo 'dell’emergenza' più acuta del sistema penitenziario italiano”.





