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La Guardia di Finanza di Arezzo, dall’inizio dell’anno, ha avviato un’analisi delle graduatorie del personale della scuola (cosiddetto “A.T.A. di III fascia”), che raggruppa i profili professionali dei collaboratori scolastici e degli assistenti amministrativi e tecnici.
Lo screening, innescato dopo aver constatato un anomalo trend positivo di domande presentate nella provincia di Arezzo, da parte di candidati provenienti da altre aree geografiche, principalmente del Sud Italia, si è incentrato sulla ricostruzione della carriera scolastica e lavorativa di circa quaranta persone, accertando che, in 2 casi su 3, le domande di inserimento o di conferma dei titoli “autodichiarati”, erano viziate da dati falsi.
In base alla disciplina di settore, infatti, i candidati dichiarano titoli di studio e di servizio, che, per quantità e qualità, consentono di maturare punteggi per l’utile collocazione nelle graduatorie di circolo o d’istituto.
Proprio i diplomi e gli attestati fittizi conseguiti con voti altissimi ovvero le esperienze di servizio vantate in improbabili scuole paritarie hanno consentito ad un gruppo di candidati di “superare”, in modo illecito, nella graduatoria, coloro che avevano, invece, dichiarato titoli realmente conseguiti.
Le irregolarità più comuni riscontrate hanno riguardato inesistenti esperienze di servizio prestate in varie scuole, agevolmente scoperte dai militari poiché è stata rilevata l’assenza di contribuzione I.N.P.S., in grado di dimostrare l’effettività del rapporto di lavoro.
In 3 dei 16 casi individuati, i candidati hanno “autocertificato” periodi di servizio prestati in una scuola friulana, senza essersi, di fatto, mai spostati dalla città di origine, come appurato con gli accertamenti delegati dall’Autorità Giudiziaria aretina; peraltro, la scuola friulana era già stata al centro di una separata inchiesta giudiziaria, che aveva acceso i riflettori sull’istituto, qualificato come “diplomificio”.
Infine, le indagini sui titoli di studio “autodichiarati” hanno permesso di individuare casi in cui il diploma indicato nella “domanda” non era mai stato conseguito dal candidato.
Grazie alle false attestazioni, gli indagati sono stati assunti ed hanno percepito la prevista retribuzione, a scapito dei legittimi aventi diritto.
A conclusione delle investigazioni, i Finanzieri della Compagnia di Arezzo hanno denunciato, a vario titolo, all’Autorità Giudiziaria, complessivamente, 16 soggetti, per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e di falso in atto pubblico, e quantificato un danno all’Erario di oltre 100 mila euro, determinato sulla base delle retribuzioni illecite percepite.
L’attività delle Fiamme Gialle aretine si incardina nel più vasto ambito del contrasto agli sprechi di denaro pubblico, al fine di realizzare un utilizzo trasparente ed efficiente delle risorse e di assicurare la tutela dei diritti dei cittadini onesti.


Articolo pubblicato il giorno 12 Ottobre 2019 - 11:54

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