Foto archivio
I movimenti finanziari effettuati in Romania avevano insospettito le autorita’ locali che, con una rogatoria, chiesero informazioni all’Italia. Nove anni dopo i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di SALERNO (presidente Lucia Casale) hanno condannato a 13 anni Liberato Marcantuono, ed a 7 anni il suo piu’ stretto collaboratore Albino Lardo. Il primo e’ stato ritenuto colpevole di usura (due gli episodi contestati), esercizio abusivo di attivita’ finanziaria, associazione per delinquere e intestazione fittizia di beni con l’aggravante della transnazionalita’. Il secondo e’ stato condannato per associazione per delinquere e intestazione fittizia di beni. Le indagini, coordinate all’epoca dal pm Antonio Centore (ora alla guida della Procura di Nocera Inferiore e sostituito dal collega Francesco Rotondo), furono effettuate dai carabinieri del Ros con il coordinamento internazionale dell’ufficio di cooperazione giudiziaria Eurojust. Gli investigatori, dopo aver ricevuto la richiesta di rogatoria internazionale proposta dall’autorita’ giudiziaria romena, avviarono intercettazioni telefoniche sia in Italia che in Romania, effettuando anche varie trasferte nel paese balcanico. Indagini iniziate nel 2010 e che, grazie agli elementi raccolti, dopo due anni portarono all’arresto di sei persone. Per due di queste il Tribunale di SALERNO ha emesso condanne di primo grado al termine di un lungo e complesso dibattimento, mentre le altre posizioni erano gia’ state definite.
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