Napoli arresto della squadra mobile
Un 42enne originario di Napoli è stato arrestato dalla polizia di Milano per truffa. Nella giornata di ieri ha tentato di comprare un diamante da 52 mila euro con un assegno falso e poi di scappare con la refurtiva. Gli agenti lo hanno fermato nella stazione Centrale. La truffa è avvenuta nella gioielleria Scavia di via Montenapoleone. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, l’uomo aveva preso accordi telefonici con i proprietari per il ritiro della pietra preziosa ieri mattina con la conseguente consegna dell’assegno per il pagamento. A quel punto i proprietari della gioielleria hanno chiamato la banca di fiducia dettando la matrice per verificarne la veridicità. I controlli sono continuati da parte del vicedirettore dell’istituto di credito, il quale, a sua volta, ha chiamato la banca di credito cooperativo meridionale emettitrice del titolo, tramite il numero riportato sul documento stesso. Per due volte dal numero interpellato sono arrivate rassicurazioni: la matrice era autentica, l’assegno era valido, e coperto. Non contento però, il vicedirettore ha deciso di chiamare un’altra volta la banca, passando tuttavia dal centralino indicato sul sito internet: da questa terza verifica è emerso che l’istituto non autorizzava assegni circolari da più di 50 mila euro. Immediatamente il bancario ha contattato i gioiellieri per bloccare l’uomo, che però nel frattempo era già andato via. Fondamentale in questo caso è stato l’apporto di una delle guardie giurate, che ricordava come l’uomo avesse raccontato di essere in procinto di prendere un treno. A quel punto è partita la ricerca in stazione Centrale, alla quale ha collaborato anche la guardia giurata, per l’identificazione. Il truffatore era al binario 3, con tutta probabilità intenzionato a prendere il primo treno per Napoli e si era già cambiato la maglietta rispetto a come si era presentato in gioielleria. Nello zaino era accuratamente nascosta la pietra preziosa che è stata riportata ai commercianti milanesi. Proseguono le indagini per capire chi si sia interposto nella telefonata alla banca confermando la veridicità del titolo, e se il 42enne sia solo l’emissario di un’organizzazione più ampia.
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