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Nel corso del dibattimento si è parlato delle intercettazioni e degli episodi riportati nelle documentazioni del fascicolo a carico di Greco che sarebbero carenti di prove capaci di contestare all’imprenditore stabiese la natura di alcuni reati. “Mancherebbero – secondo gli avvocati – gli elementi tali da configurare la notizia di reato. E’ la tesi sostenuta dalla difesa, avvocati Stavino e Maiello, che raccontano di un imprenditore vittima del malaffare. Durante il dibattimento sono state lette, inoltre, anche alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia Belviso che sarebbero alla genesi dell’inchiesta. Il collaboratore Francesco Belviso riferisce agli investigatori il 22 marzo del 2012 e racconta dell’imprenditore Greco costretto a pagare delle tangenti al clan D’Alessandro. “Adolfo Greco è un grosso imprenditore che gestisce camion e si occupa dei rifornimenti ai supermercati di latte e di altri prodotti alimentari, se non sbaglio della Kinder, aveva un contatto diretto con Paoluccio Carolei. […]Paoluccio Carolei ci ha dato un paio di tranche da cinquemila euro ciascuna provenienti da Adolfo Greco. Le due quote di cinquemila euro ciascuna sono state consegnate da Paoluccio Carolei direttamente a me. Il denaro che Paoluccio Carolei riceveva da Adolfo Greco era di importo superiore. Infatti, il denaro consegnato da Adolfo Greco veniva diviso tra D’Alessandro Vincenzo e Paoluccio Carolei e quindi quello che veniva dato a noi costituiva soltanto la parte spettante a D’Alessandro. Le consegne delle tranche di denaro provenienti da Adolfo Greco sono avvenute a fine aprile e ad inizio maggio del 2009. Adolfo Greco aveva pagato anche a Natale del 2008”. Dopo circa un anno da queste dichiarazioni gli investigatori iniziano ad indagare anche su Greco e sul rapporto con i clan locali. La difesa, che parla di lesione dei diritti dell’imprenditore, ha chiesto di sapere se sono stati eseguiti tutti gli accertamenti necessari prima di passare all’autorizzazione a procedere nei confronti del Greco e se il Gip prima di procedere abbia avuto il quadro chiaro della situazione e tutti gli elementi utili per emettere l’ordinanza di custodia. Per l’avvocato Stavino “Greco non è stato tutelato come cittadino nel momento in cui veniva vessato dai tre clan che dominano, sembra, il territorio di Castellammare”. Alla luce di questo e delle dichiarazioni l’avvocato ha chiesto “di conoscere sulla base di che ipotesi e argomentazioni è stato ipotizzato il reato di partecipazione all’associazione per delinquere di stampo criminale”. Gli avvocati dell’imprenditore hanno sostenuto, più di una volta, che la figura di Greco non è di carnefice bensì di vittima così come descritta anche dal collaboratore di giustizia tanto da portare alla costituzione, mediante l’avvocato Salvatore Pane, parte civile nel processo. “Gli atti a noi a disposizione parlano di Greco come periodicamente estorto dal clan D’Alessandro” dice l’avvocato Maiello. Il Pm ha rigettato tutte le eccezioni sollevate dalla difesa perché ritenute “prive di fondamento”.
Processo Olimpo, problemi di salute per Greco ma per i medici 'è compatibile con il carcere'
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