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I clan della camorra operanti nell’Avellinese: nel rapporto della Dia le ‘influenze’ dei casalesi e dei napoletani

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L’Irpinia resta terra permeabile ad infiltrazioni dei clan da Napoli e Caserta. E’ quanto emerge dal rapporto della Dia sul semestre luglio-dicembre 2018, in cui viene tracciata anche una geografia dei clan sul territorio provinciale. Nel capoluogo e Comuni limitrofi opera il clan Genovese. Nella zona di Quindici permane la rivalità tra il clan Graziano e i Cava. Il primo si estende fino alla Valle dell’Irno e Vallo di Lauro, il secondo opera anche nell’agro vesuviano e nel nolano. Nella Valle Caudina opera il clan Pagnozzi, con proiezioni nelle province di Benevento, tramite sodalizi satellite, e Caserta dove restano in piedi i rapporti storici con i Casalesi. Il clan Graziano parte da Quindici, provincia di Avellino, ma si estende in tutto il Vallo di Lauro e al confine con Salerno, è quanto sottolinea il rapporto Dia sul secondo semestre 2018. Il clan conferma la sua presenza anche nel comune di Sarno, grazie a suoi affiliati legati operativamente ad una frangia dei Casalesi. I componenti del gruppo Graziano sono dediti, principalmente, alle estorsioni e all’infiltrazione negli appalti pubblici mediante ditte collegate, e riescono ad imporre la loro influenza anche sui limitrofi comuni di Siano e Bracigliano. Nell’agro nocerino-sarnese, inoltre, i Graziano stanno operando la loro influenza anche sui nuovi assetti che si stanno definendo dopo lo smantellamento dei clan locali. Nel 2017, in seguito all’operazione “Azimut”, vennero coinvolti in uno traffico di droga destinato alle località balneari marchigiane, condotto d’intesa tra il gruppo casertano Iovine. Il clan Pagnozzi continua a tenere le mani sulla Valle Caudina. Il sodalizio estende le sue attività fino la beneventano, tramite gruppi satellite, e al casertano, grazie ai rapporti storici con il cartello dei Casalesi e con gruppi di Marcianise. Il clan Pagnozzi, inoltre, opera anche fuori regione, a Roma dove è radicato da anni con un ruolo di primo piano in diverse zone del quadrante sud della Capitale. Tra ottobre e dicembre Dia e Guardia di Finanza hanno condotto una serie di operazioni antidroga in tutta la Campania che hanno riguardato da vicino anche l’Irpinia. Nel mese di ottobre si è conclusa l’operazione “White stone” con 73 persone indagate per spaccio internazionale di droga, i gruppi operavano nel napoletano, ma anche in Irpinia, nel Comune di Avella. La Valle Caudina è finita al centro di un traffico internazionale di stupefacenti, come emerge dagli arresti eseguiti a novembre. L’associazione criminale aveva base a Brusciano, nel napoletano, ed era finalizzata allo spaccio internazionale di droga proveniente da Spagna, Olanda e Germania. Al vertice dell’organizzazione figurava un pregiudicato definito da diversi collaboratori di giustizia come “uno dei maggiori trafficanti campani”. L’operazione “Snake” 605, da parte della Dia di Napoli e della Guardia di Finanza di Avellino dello scorso mese di dicembre, ha smantellato un traffico di cocaina e hashish, importati attraverso la Spagna, e destinati alle piazze di spaccio delle province del napoletano, ma anche dell’Irpinia, nel Comune di Sperone, dove l’organizzazione avrebbe intrattenuto rapporti con la famiglia Sangermano, emanazione del gruppo avellinese Cava nell’agro vesuviano e nolano, finalizzati all’importazione di droga dalla Colombia.


Articolo pubblicato il giorno 19 Luglio 2019 - 16:23

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