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Pompei città e Pompei Scavi: grandi progetti, grandi ritardi?

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Sono stati pubblicate sulla stampa nazionale e su quella locale due notizie, guarnite con dovizia di informazioni ricevute evidentemente dalla fonte, riguardanti il futuro prossimo di Pompei, anzi delle due Pompei. Sono la Pompei-Città del Santuario e la Pompei-Città degli Scavi, le due Pompei che vivono la irrealtà di una reale separatezza. Tra queste due Pompei la Terza, quella civile e laica – che le attraversa diacronicamente e le contiene geograficamente – sarà la Pompei destinata alla sconfitta ancora una volta.

Ma andiamo per argomenti, altrimenti ci perdiamo tra i numeri d’ordine. La Pompei del Santuario è interessata – come ormai sanno anche le pietre – dal Progetto EAV, condiviso dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Amitrano. Il Progetto EAV prevede sostanzialmente una nuova viabilità con una nuova strada – di fatto una parallela di Via Lepanto – che correrà lungo i binari della linea ferrata  Circumvesuviana, tangente per un bel tratto il centro storico urbano. La strada di progetto dovrebbe alleggerire il traffico diretto verso la Via Nolana, che a sua volta verrà raddoppiata in piena area della Crapolla, verso la direzione Nord e Tre Ponti. In più, il tratto terminale di via Nolana sarà dotato di un ampio parcheggio a due livelli interrati, ubicato nei pressi dell’antica Parrocchia del Salvatore. In sostanza a pochi passi dal Santuario monumentale, che vedrà pedonalizzate le più vicine aree circostanti.

A questo punto Antonio di Pietro potrebbe esclamare : “E mò che ci azzeccano strade e piazze con i binari della Circumvesuviana? ”  Beh, in effetti non avrebbe tutti i torti. Infatti al potenziamento della linea Circumvesuviana Pompei arriva buona ultima. E con un ritardo di qualche anno tra i confinanti comuni  vesuviani e Castellammare. L’intervento mira al miglioramento della linea ferrata e anche, particolarmente, alla chiusura dei tanti passaggi a livello di cui è disseminata la rete Circum.

A Pompei tra passaggi privati e pubblici se ne contano una cinquina, compreso quello – fondamentale per la circolazione delle auto da e per l’area Vesuviana/Nolana –  che è ubicato all’inizio della Via Nolana, andando verso Nord. Ma i problemi insorti per il Progetto  EAV non risiedono nei binari – i quali non vengono spostati di un centimetro – ma piuttosto nei sottopassi che devono sostituire i quattro passaggi pubblici a raso.

Il fatto mette in ansia le (molte, anzi moltissime) persone che attraversano giorno e notte il Passaggio a Livello di Via Nolana e le persone (poche, secondo alcuni pochissime) che attraversano gli altri tre passaggi a livello destinati alla chiusura, con la contestuale realizzazione di sottopassi, che destano perplessità e paura nei futuri utenti. La storia è recente e nota. In breve: si sono costituiti due Comitati “No sottopassi” che però in occasione dell’incontro con il Sindaco e i tecnici del Progetto EAV hanno dato prova di eccessiva animosità e hanno indotto Sindaco ed EAV a imboccare tra urla e fischi la gloriosa via della fuga. Un’arte italica che si perpetua. Ma il problema è rimasto.

Negli ultimi giorni le parti sembrano essersi sono riavvicinate, anche grazie a vari mediatori politici e giornalisti della carta stampata e non, ma la Montagna ha partorito finora topolini.  I più recenti rumors parlano della ipotesi di consentire il passaggio a raso su tutte e quattro i passaggi a livello da abolire. A pensarci bene, la assurdità della richiesta sembra destinata a un “NO” secco da parte di EAV e Regione Campania, visto che il Potenziamento si fa anche – forse soprattutto – per abolire i passaggi a livello. Questa proposta ha il sapore dell’ egualitarismo pansindacalista – protestatario, però di lotta e di governo, anzi soprattutto di… governo della lotta lasciata al glorioso popolo bue – risalente agli anni Settanta/Ottanta del non rimpianto Novecento.

Però essa ha goduto finora del placet della Opposizione, che trova comodo pescare nel torbido di una vicenda ingarbugliata dalla stessa Amministrazione in carica, che ha ciccato modi e tempi della propria azione di governo della Città (si fa per dire…). Noi crediamo che forse si troverà la quadra di una intesa seria lasciando il passaggio pedonale a raso soltanto a Via Nolana, che ne ha bisogno, reale bisogno. Si dovrà dotare però nel contempo di sovrapassaggi pedonali – assistiti meccanicamente con piattaforme elevatrici per portatori di handicap al posto dei passaggi a raso – gli altri tre passaggi a livello pubblici. Insomma noi saremo tra quelli che grideranno Alleluia!, se non si perde altro tempo, ma soprattutto se non si perdono i circa Settanta milioni di euro previsti per l’intervento EAV sulla rete cinematica di Pompei. Essa è attualmente oscena, soprattutto a monte del Centro storico urbano. Scriviamo soltanto così, per dirla con franchezza, senza scivolare nel volgare. In questo contesto rissoso, purtroppo, la Casa di Riposo Borrelli – coprotagonista involontaria del Progetto EAV perché una sua piccola parte è destinata a demolizione compensata da ristrutturazione – non trova spazio semplicemente perché… non porta voti. E’ così, inutile girarci intorno. Ma un Comitato, sorto apposta, tallona la Amministrazione Comunale sulla questione. Noi gli auguriamo buon lavoro, convinti che avrà da lavorare, altrochè…!

Se giriamo lo guardo alla Città degli Scavi non vediamo motivo di rallegrarci.

Intanto facciamo doverosi auguri di buon lavoro al riconfermato Direttore Generale “en chef” del Grande Progetto Pompei, il venosino Massimo Osanna. Egli si appresta a compiere l’esennio alla guida degli Scavi più famosi al mondo, da un quarto di millennio almeno. Abbiamo da lui spesso dissentito, ma gli abbiamo riconosciuto diritto alla tregua nel momento dello scrutinio finale. Da lui però ci aspettiamo, in questo secondo triennio, meno visibilità e più sostanza nella gestione. Riconosciamo che Pompei è agganciata stabilmente – ma non da ora, come è noto agli esperti di turismo – al trend positivo dell’incremento percentuale che segnano le visite ai siti monumentali e archeologici campani. Però questo non basta, soprattutto se è vero quel che abbiamo letto sul più autorevole Organo di Stampa napoletano. Cioè che ci sono soltanto diciotto mesi per ”chiudere” in tempo e definitivamente questo primo lotto di Cento Milioni di euro del Grande Progetto Pompei. Se facciamo un rapido conto, tra diciotto mesi saremo praticamente all’alba del 2021. Si sente dunque parlare per la prima volta di ritardi e di ulteriori possibili ritardi. Noi ci riserviamo di approfondire la Relazione del Gen.Cipoleltta, responsabile per i CC del controllo del Grande progetto Pompei. Intanto ci poniamo dei quesiti: Quanti sono i fondi necessari per chiudere e collaudare i lavori? E quanti quelli disponibili per le riserve delle Imprese? Intanto segnaliamo che alle vetrate informatiche del Portale della Trasparenza andrebbe dato una lustrata, a nostro avviso, garantendo migliore comprensibilità. Ma che ne sarà intanto della Buffer Zone? A Pompei Città che ruolo è stato riconosciuto nella Buffer Zone? Saranno fermi fino al 2021 anche i fondi ad essa destinati? E le gare per gli appalti cominceranno anche esse nel 2021? Gli interrogativi sono molti. I ritardi non pochi. Staremo a vedere.

Federico L.I.Federico


Articolo pubblicato il giorno 7 Giugno 2019 - 08:14

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