Sotto sequestro in Thailandia i beni di Vito Roberto Palazzolo, protagonista del traffico internazionale di sostanze stupefacenti, nei primi anni Ottanta tra la Sicilia, l'Estremo Oriente e gli Stati Uniti, piu' noto con il nome di "Pizza Connection", le cui indagini erano coordinate dal Giudice Giovanni Falcone e dal Procuratore Distrettuale di New York Rudolph GIuliani.Potrebbe interessarti
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Sfruttando un permesso concessogli dalle Autorita' Carcerarie Elvetiche e grazie ad un falso passaporto svizzero, Palazzolo entro'in territorio sudafricano assumendo la falsa identita' di Robert von Palace Kolbatschenko. Proprio in Sudafrica, von Palace mise a sistema le sue capacita' di finanziere internazionale e, grazie anche a importanti appoggi in quel Paese, inizio' ad investire nel settore immobiliare e in numerose attivita' commerciali, estendendo i propri interessi anche in territori limitrofi, quali la Namibia e l'Angola. Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza hanno portato al sequestro di un deposito bancario intestato alla moglie del Palazzolo, la ricca ereditiera di origine israeliana Tirtza Grunfeld, con un saldo attivo di diverse decine di migliaia di euro. L'indagine ha consentito alle autorita' Thailandesi di aprire un caso investigativo nazionale a carico di Palazzolo, con finalita' di sequestro e confisca di tutto il patrimonio allo stesso riconducibile. Infatti, dapprima l'Ufficio Antiriciclaggio thailandese (Anti-Money Laundering Office - AMLO) ha emanato un provvedimento di congelamento dei beni riconducibili all'uomo mentre, successivamente, la Corte Reale civile thailandese, con propria Ordinanza emessa su richiesta del Pubblico Ministero competente (Office of the Attorney General - Special Litigation Division 3) disponeva il sequestro di beni a carico dei coniugi Palazzolo, costituiti, in particolare, da un deposito bancario.





