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Indagine Consip, l’ex ministro Lotti davanti al gup: “Nessuna rivelazione”



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“Oggi ho chiesto di essere ascoltato e interrogato dal Gup e dall’Accusa che nel dicembre 2018 ha chiesto per me il rinvio a giudizio per un presunto favoreggiamento, nell’ambito della cosiddetta inchiesta Consip”. Ha scritto il parlamentare ed ex ministro dello Sport, Luca Lotti, sul suo profilo Facebook. “Al netto degli aspetti giuridici magnificamente illustrati dal professor Coppi e dall’avvocato Molinaro (giuridicamente non esiste il favoreggiamento di un non indagato) c’è un punto: io NON ho mai detto a Marroni che c’era un’indagine su di lui. Notizia di cui proprio non ero a conoscenza. Questi sono i fatti, incontrovertibili”, aggiunge Lotti. “Chi crede nella giustizia non può che aspettare che la verità dei fatti emerga. Chi vuol fare processi mediatici faccia pure, ma la verità la stabiliscono le sentenze non i retroscena giornalistici. Io vado avanti a testa alta”. Lotti, stamane ha preso parte all’udienza preliminare che lo vede imputato insieme agli ufficiali dei carabinieri e al papà dell’ex premier Matteo Renzi per la fuga di notizie durante le indagini sulla Consip. Lotti ha sostenuto dinanzi al Gup Clementi Forleo che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per favoreggiamento nei lupo confronti: “Escludo categoricamente” di aver mai detto nulla dell’indagine Consip all’ex amministratore delegato Luigi Marroni. Completo blu, camicia bianca, l’ex ministro, fedelissimo di Matteo Renzi, ha parlato nel corso dell’udienza preliminare, sottolineando che con Marroni i rapporti sono sempre stati formali, senza confidenze, e soprattutto, nell’estate del 2016, non aveva le informazioni che la procura di Roma lo accusa di aver fornito al manager: “Non potevo rivelare ciò che non sapevo”, spiega al giudice il dem, che dal Pd si è autosospeso dopo il recente scandalo nomine. Il pm Mario Palazzi ha rinnovato in aula la richiesta di rinvio a giudizio per le sette persone coinvolte nell’inchiesta, e Lotti parla oltre un’ora delle accuse a lui rivolte. Poi, prima di lasciare il tribunale, si è fermato pochi minuti con i cronisti e tornando sulla vicenda Csm: “Non mettevo bocca sulle nomine nelle procure – ribadisce -. Ho letto sui giornali che c’erano relazioni con la procura di Roma ma queste non ci sono mai state, tanto è vero che la richiesta di rinvio a giudizio nei miei confronti (su Consip ndr) è stata fatta e abbiamo iniziato l’udienza preliminare. Ho già smentito nei giorni scorsi le ricostruzioni lette su questa vicenda: l’ho detto e scritto nei post in maniera chiara”. L’iscrizione di Lotti nel registro degli indagati, nell’ambito dell’inchiesta sulla centrale acquisti della Pa, risale al 21 dicembre del 2016, il giorno dopo l’audizione, davanti ai pm di Napoli, John Woodcock e Celeste Carrano, nella quale il ‘grande accusatore’ Marroni ammise di aver saputo dall’allora ministro, dell’indagine e di una cimice installata nel suo ufficio. Il fascicolo passò subito a Roma per competenza e il 27 dicembre Lotti si presentò a Piazzale Clodio per essere sentito dagli inquirenti. Con lui, rischiano il processo l’ex presidente di Pubbliacqua Firenze, Filippo Vannoni, indagato per favoreggiamento, l’ex comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette (rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento) e il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia (favoreggiamento). Coinvolti anche l’ex carabiniere del Noe, Gianpaolo Scafarto accusato di rivelazione del segreto, falso e depistaggio, l’ex colonnello del Noe Alessandro Sessa (depistaggio) e l’imprenditore Carlo Russo, che risponde di millantato credito. 


Articolo pubblicato il giorno 24 Giugno 2019 - 19:43

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