«Ci aspettavamo un dialogo sui contenuti, molto fattivo, e così è stato anche in considerazione della attenzione alla medicina generale e alla Fimmg della Presidente già dai tempi del suo incarico di Sottosegretario al Ministero della Salute. Considerando che l’interlocutore rappresenta la seconda carica dello Stato, e considerato pertanto il ruolo istituzionale, c’è ragione di essere ottimisti». Silvestro Scotti, segretario generale FIMMG e presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, commenta positivamente l’incontro avvenuto nel pomeriggio di ieri con la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, con la quale si è discusso di carenza di medici, di accesso alla medicina generale e in particolare dell’annoso tema delle aggressioni ai medici. Tra gli aspetti messi in evidenza da Scotti, lo stato di assoluto pericolo che ormai accompagna nel quotidiano l’impegno dei medici, sempre più al femminile, attivi nei servizi di continuità assistenziale e dell’emergenza, ma non dimenticando i medici che operano nei PS. «La cronaca degli ultimi anni – spiega il segretario FIMMG – ci ha tristemente abituati ad ascoltare di equipaggi del 118 assediati nelle ambulanze, presi a calci e pugni; di medici in servizio nella continuità assistenziale (ex guardia medica) e nei pronto soccorso aggrediti per aver rispettato il criterio di appropriatezza nella gestione di una prestazione. Un segnale da non sottovalutare è la caduta di uno degli ultimi tabù: l’aggressione di un collega (avvenuta a Napoli) che prestava una sostituzione in uno studio di medicina di famiglia. Comportamento che ce la dice lunga sulla percezione di impunità che aleggia. Se un cittadino, che sa per certo di essere identificato, non ci pensa due volte e prende a pugni il medico di famiglia, significa che abbiamo passato il segno ed è il momento di rivedere le norme, aumentando le tutele degli operatori».
La richiesta di Scotti alla presidente del Senato è quella di riuscire ad operare in tempi brevi una sintesi tra le varie soluzioni individuate a livello di partito dalle diverse componenti politiche.Potrebbe interessarti
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«Avere leggi chiare e stringenti – conclude Scotti – è il solo modo che abbiamo per arginare un fenomeno oggi preoccupante, ma che promette di sfociare presto in un vero e proprio allarme sociale. Se mi capita spesso di raccogliere le angosce dei colleghi uomini per quanto sta avvenendo, non nascondo che sono io stesso ancor più preoccupato per quello che avverrà – e che in parte già avviene – nei confronti delle tante dottoresse esposte al rischio di brutali aggressioni. Un tema sul quale, con grande soddisfazione per l’intera categoria, ho riscontrato grande solidarietà e disponibilità da parte dell’onorevole Maria Elisabetta Alberti Casellati». Tra le misure sulle quali riuscire a trovare un momento di sintesi ci sono quelle dell’inasprimento delle pene per chi aggredisce un medico in servizio, la denuncia d’ufficio e il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale. Proposte che hanno già dimostrato di suscitare un consenso trasversale e che ora devono essere sintetizzate in un’azione legislativa comune ed efficace.






