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Due morti e 3 scomparsi: è alto il tributo in vite umane che paga Napoli in Messico negli ultimi 14 mesi

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E’ alto il tributo in vite umane che la città di Napoli paga in Messico negli ultimi 14 mesi: due morti ammazzati e tre persone scomparse. L’ultimo in ordine di tempo è il 35enne Salvatore De Stefano ucciso due giorni fa all’interno del ristorante ‘Bella Donna’ nella zona di Cuauhte’moc a Città del Messico, la sera del 4 aprile. Abitava da anni in Messico dove gestiva un negozio di ferramenta. Nel suo recente passato un arresto per droga proprio nel paese Sud Americano. E questo sposterebbe l’asse delle indagini verso i cartelli di narcotrafficanti napoletani che fanno affari con i messicani. I media locali in un primo momento avevano pensato che si trattasse di una vendetta per “un pacco” rifilato ad altri connazionali ai quali avrebbe venduto macchinari di provenienza cinese spacciandoli per tedeschi. Ma la plateale esecuzione di un sicario che entra in un ristorante della zona bene della capitale e spara senza problemi davanti a tutti stanno portando gli investigatori locali verso altre piste. Intanto appare certo che il sicario sia italiano se non addirittura napoletano perché chi era all’interno del ristorante, come il cameriere e due amici che avevano cenato con la vittima, lo hanno sentito imprecare in italiano. Il suo volto e la sua statura sono stati impressi nelle immagini delle telecamera di sorveglianza del ristorante. Da due giorni la polizia messicana gli sta dando la caccia. Ma analizzando le immagini gli investigatori locali non escludono che avesse una maschera sul viso. fatto sta che sembra essere svanito nel nulla nonostante le ricerche e nonostante la sua foto sia stata diffusa ovunque. Non sembra essere stata trovata alcuna traccia di lui nei data base dei pregiudicati e dei segnalati alla polizia messicana. Si tratta di un killer esperto venuto sicuramente dall’Italia e per questo che le ricerche si stanno concentrando sugli arrivi nelle ultime settimane di cittadini italiani. E intanto si scava nel suo passato ma anche nel suo presente attraverso l’analisi dei suoi smartphone, delle sue chat e della memoria dei suoi computer. Sono stati interrogati i testimoni, i familiari, i conoscenti. Insomma tutti quelli che potrebbero dare un contributo alle indagini. E mentre la Farnesina fa sapere di seguire “con attenzione” il caso. Tornano alla mente l’altro napoletano ucciso e i tre scomparsi. Il 31 gennaio 2018 sono infatti scomparsi Raffaele Russo e il figlio Antonio Russo, e Vincenzo Cimmino, tutti residenti nella zona delle Case Nuove, a Napoli. Della loro sorte si sa solo che sono stati rapiti da alcuni poliziotti corrotti e consegnati nelle mani di un’organizzazione criminale in cambio di 43 euro. Del loro caso è stato interessato di recente anche l’Onu ma nessuno è in grado di dare notizie fino ad oggi sulla loro sorte. Il 3 novembre scorso é stato ucciso il napoletano Alessandro De Fabbio, 32 anni, detto o’ poppe, sposato e con una bambina piccola: abitava nella zona di piazza Mercato, la stessa zona dei Russo. Il suo cadavere fu stato trovato sulla carreggiata della strada statale Rancho Nuevo-Llano Frio dalla polizia municipale di Tepechitlan nello stato di Zacantes, lo stesso posto in cui a gennaio dello scorso anno si erano perse le tracce dei Russo.


Articolo pubblicato il giorno 7 Aprile 2019 - 08:04

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