Napoli. Sarebbe stato l’intestino perforato durante la prima operazione a causare la morte di Vittorio Cerrelli, il 78enne napoletano deceduto al Loreto Mare dopo essere stato operato tre volte in due ospedali diversi. Quella lesione avrebbe generato una sepsi, ossia una grave infezione generalizzata, presumibilmente iniziata con la gangrena della colecisti (trattata con la prima operazione) e che si è fatta strada in addome fino a dilagare nel peritoneo a causa di quella lesione all’intestino. Sono queste le prime indiscrezioni sull’autopsia effettuata ieri e anticipate oggi da Il Mattino sulle cui colonne ha parlato anche Luca Cerrelli il figlio della vittima che ha presentato la denuncia e che ora chiede giustizia, assistito dall’avvocato Angelo Pisani. I risultati dell’autopsia saranno noti entro 40 giorni ma nel frattempo le analisi cliniche dei periti medici continueranno. Il calvario clinico del 78enne dei Camaldoli era durato oltre un mese all’ospedale Vecchio Pellegrini e poi trasferito al Loreto mare dove è morto il 20 febbraio scorso durante un terzo disperato tentativo dei medici di salvargli la vita. L’autopsia, durata oltre sette core, sulla salma è stato effettuato, su incarico del sostituto procuratore Domenico Musto, dal collegio tecnico formato dal medico legale Pietro Tarsitano, dall’anatomopatologo Umberto Ferbo e dal chirurgo Carlo Pignatelli. Hanno assistito all’esame anche i consulenti tecnici della parte offesa e degli indagati.
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