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Turista inglese stuprata, il Dna sotto le sue unghie 'incastra' due imputati

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Secondo la polizia scientifica il dna di due dei cinque presunti stupratori della turistica britannica nell’ottobre del 2016 possono essere considerate tracce lasciate solo attraverso un contatto deciso e diritto.

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L’ennesimo dibattimento alla Procura di Torre Annunziata che raccolto nella giornata di ieri la testimonianza della biologa della polizia scientifica che ha effettuato le analisi su materasso, lenzuola, asciugamani, magliette, uno slip da uomo e tutto quanto poteva essere importante ai fini dell’inchiesta nella camera dell’hotel Alimuri. Secondo l’accusa i cinque dipendenti dell’albergo a Meta avrebbero drogato e violentato una turista britannica. Per la difesa non si tratta di una prova della presunta violenza, il ritrovamento del dna del barman dimostrerebbe uno scambio di effusioni ma non violenza sessuale. Inoltre “non c’è, nelle conversazioni telefoniche e nell’albergo” tracce di sostanze stupefacenti somministrata, secondo la vittima, dai presunti stupratori.

Articolo pubblicato il 22 Febbraio 2019 - 08:22 - Redazione Cronaca

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