Dalle intercettazioni realizzate dai carabinieri di Caserta, guidati dal maggiore Andrea Cinus – che oggi, coordinati dalla DDA di Napoli, sostituto procuratore Luigi Landolfi, procuratore aggiunto Luigi Frunzio, hanno attestato 19 persone nell’ambito di un’indagine su voto di scambio politico-mafioso per le regionali del 2015 in Campania – e’ emersa tutta la forza intimidatoria del clan. “Se non escono i voti devi vedere! Ti togliamo la macchina da sotto” dice Agostino Capone, fratello del boss Giovanni Capone, ad un elettore costretto a votare Corvino. E ancora: “li vado a prendere, li porto a votare fino a dentro. Con il telefono in mano faccio la foto, devo vedere suo telefono se no non hanno niente”, dice Capone riferendosi agli elettori cui erano stati promessi dei regali in cambio del voto a Corvino. Sempre Capone racconta alla moglie di aver minacciato anche il presidente di un seggio dove aveva accompagnato un anziano a votare Corvino, quasi fin dentro la cabina. “Non mi ha detto proprio niente perche’ io lo stavo menando la’ dentro”.
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