Di Francesco Mastriani, la storia racconta di Napoli nel 1793 che, oltre a essere sfondo di due storie seducenti, diviene essa stessa protagonista della scena, dove la vita e la morte, l'amore e l'odio, legati indissolubilmente, fanno emergere le eterne contraddizioni della città di Partenope disegnandone i contorni.Potrebbe interessarti
Siamo esattamente al 19 maggio 1793, Coletta Esposito, una giovane popolana di via Portamedina, uccide la figlia di pochi mesi e getta il corpicino esanime sul sagrato della chiesa, dove si stanno celebrando le nozze dell'uomo che aveva promesso di sposare lei e non quella donna vestita di bianco che stringe sottobraccio. La donna, poco più che ventenne, assurge agli onori della cronaca per il suo terribile delitto, che richiama alla tragedia greca. La popolana dal nome oscuro è ribattezzata la Medea di Portamedina, e in quel soprannome la banalità del male acquista un accento epico.
'La Medea di Portamedina' in scena a Il Pozzo e il Pendolo Teatro da sabato 2 febbraio
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