A Cava de’ Tirreni, sabato 2 dalle 20.Potrebbe interessarti
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Il testo si colloca come vero e proprio legamento fra i due momenti della drammaturgia Eduardiana che il Maestro stesso ha definito: "Cantata dei giorni pari" e "Cantata dei giorni dispari". La stessa vicenda narrata, proponendo la Napoli del II anno di guerra e la Napoli degli Alleati, rafforza questo concetto e la chiave di lettura della storica Compagnia cavese, proponendo lo spettacolo in due parti, lo rende ancora più esplicito.
Due frasi hanno condizionato la messa in scena: "La guerra non è finita" e "Adda passa’ a nuttata". Ancora oggi Napoli ed il meridione sanno che la guerra, nella accezione della profetica visione dell’Autore, non è finita; come la certezza che "la notte" deve passare, non può eternamente durare è parte integrante del nostro essere meridionali.





