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Castellammare, il pentito Cavaliere: ‘Il clan D’Alessandro sarebbe entrato nell’affare della Cirio’

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“Ricordo di avere parlato della cosiddetta area ex Cirio sia con Carolei Paolo che con D’Alessandro Vincenzo. Carolei Paolo mi ha detto che sull’area Cirio, che si trova in via Napoli, vicino al cimitero e quindi vicino all’Annunziatella (che era la zona di Carolei), c’era una compravendita, alla quale era interessato Greco Adolfo, che lo stava cercando e che lo voleva incontrare. Carolei Paolo mi ha detto che sulla compravendita saremmo entrati anche noi del clan D ‘Alessandro”. E’ una delle rivelazioni del super pentito del clan D’Alessandro, Renato Cavaliere, il killer reo confesso del consigliere comunale del Pd di Castellammare, Gino Tommasinio. La cosca di Scanzano, da quello che sta emergendo dall’inchiesta Olimpo che da tre settimane tiene in carcere il noto imprenditore stabiese, Adolfo Greco arrestato insieme con i vertici dei quattro clan che controllano la zona stabiese in una pax mafiosa, sarebbe entrato a pieno titolo quindi nel business della ristrutturazione milionaria dell’ex area industriale a ridosso del centro di Castellammare. La Dia di Napoli, sull’affare Cirio ha aperto una inchiesta a parte che vede coinvolti anche politici locali e nazionali, oltre a funzionari pubblici, magistrati e uomini delle forze dell’ordine. Il pentito Cavaliere ha raccontato ai magistrati napoletani: “So che in passato sulla compravendita voleva  entrare anche Onorato Michele. lo ho riferito quanto mi era stato detto da Carolei Paolo a D’Alessandro Vincenzo, che ha voluto incontrare Carolei Paolo. Dopo l’incontro D’Alessandro Vincenzo mi ha detto che se la sarebbe vista Carolei Paolo. L’accordo prevedeva che noi prendessimo i soldi sulla compravendita e che poi entrassimo anche nei lavori con imprese da noi indicate. Carolei Paolo ha proposto di mandare qualcosa pure ai Cesarano per i loro detenuti. Un’altra compravendita riguardava infatti il palazzo rosso che si trovava dove c’e il Tribunale di Castellammare di Stabta,  davanti c’é una rotatoria: il palazzo era sulla sinistra prima della ferrovia e del passaggio a livello. Era un palazzo grosso, che prendeva tutta la strada. Era una struttura paragonabile all’area Cirio.  Carolei Paolo mi ha detto che si trattava di un parente dei Cesarano, ai quali certamente  non potevamo chiedere i soldi per la compravendita. Tra noi ed i Cesarano c’era infatti un patto di non belligeranza. Carolei Paolo mi ha detto che poi noi ci saremmo presi i lavori. Ricordo che D’Alessandro Michele voleva che tutti i lavori grossi a .Castallammare di Stabia venissero fatti da Ercolano Catello (che è morto), dal figlio di Ercolano e dall’ingegnere Silvestri. Io ho detto a Carolei Paolo di parlarne con D’Alessandro Vincenzo e D’Alessandro Vincenzo m t ha detto che se la sarebbe vista Carolei. Un altro lavoro riguardava la grossa struttura dell’Aranciata Faito, dove venivano prodotte la gazzosa Faito e la birra Peroni. Anche quella era una zona confinante con l’Annunziatella…”.

10. continua


Articolo pubblicato da Redazione il giorno 28 Dicembre 2018 - 23:37
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