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Pizzo ai ‘trasportatori’ dei braccianti, blitz anti racket dei carabinieri

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Minacce di morte, incendi ed estorsioni per controllare il mercato del lavoro nero. Pizzo ai ‘trasportatori’ dei braccianti, blitz anti racket dei carabinieri. I carabinieri di Mondragone hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’ufficio Gip presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, con la quale veniva applicata la misura della custodia in carcere a carico di F.G., 29 anni, ritenuto responsabile di diversi episodi di estorsione ai danni di A.F.R. e di altri soggetti dediti al trasporto di braccianti agricoli presso i campi di raccolta siti nella provincia di Caserta ed in particolare sul territorio mondragonese. La prima indagine sul caporalato Nell’ambito di un’altra attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, iniziata nel mese di agosto dell’anno 2018 e finalizzata al contrasto del fenomeno del caporalato, in cui sono coinvolti a diverso titolo numerosi soggetti operanti sul territorio della provincia di Caserta, è emerso che alcuni di loro, dediti al trasporto di braccianti agricoli presso i campi dove svolgono attività lavorativa, sono stati vittime di richieste estorsive e di atti intimidatori posti in essere da F.G.,. Quest’ultimo si occupava del ritiro del denaro pagato quale vero e proprio “pizzo” per lo svolgimento, in regime di “protezione coatta”, delle attività lavorative svolte anche illecitamente dalle persone offese. Il tentativo di fuga in Tunisia Dalle attività di intercettazione disposte nell’ambito del procedimento principale è emerso che le richieste estorsive venivano materialmente avanzate dal fratello di F.G., il 24enne A.G., nei confronti del quale la Procura il 20 ottobre scorso disponeva il fermo, avendo acquistato un biglietto per il trasporto marittimo verso la Tunisia intendendo evidentemente darsi alla fuga, anche in considerazione del fatto che era appena stato eseguito un altro fermo del P.M. a carico di uno dei “caporali”, anch’egli vittima delle richieste estorsive dei due fratelli. Il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, condividendo l’impianto accusatone ricostruito dalla Procura e ritenendo il pericolo di fuga, convalidava il fermo di indiziato di delitto e su conforme richiesta della Procura ha applicato a A.G. la misura cautelare della custodia in carcere. Minacce e auto bruciate Le complesse attività investigative, svolte dai militari operanti presso la Compagnia Carabinieri di Mondragone e dirette dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno consentito di accertare che i fratelli G. minacciavano di morte le vittime delle loro richieste estorsive e, in diverse occasioni, pianificavano e partecipavano ad incendi dolosi di veicoli, parcheggiati in strada a Mondragone, per Io più in uso alle persone offese, incendi realizzati a scopo intimidatorio. Il pizzo ai trasportatori dei braccianti E’ emerso che le vittime erano quindi costrette a versare nelle mani dei fratelli G. la somma di denaro variabile da 50 a 100 euro a settimana per l’esercizio dell’attività di trasporto di braccianti agricoli e lavoratori. In tal modo i fratelli G. si sono imposti sul territorio mondragonese, svolgendo anche un ruolo di “controllo” del mercato del lavoro nero. Inoltre si è potuto accertare che nel compimento degli episodi incendiari dei furgoni e delle vetture in uso alle persone offese, i fratelli G. si servivano di altri soggetti, tra i quali M.A., A.R., per cui si procede in stato di libertà, nonché di un soggetto minorenne di nome G.A, denunciato alla competente autorità giudiziaria.

 Gustavo Gentile


Articolo pubblicato il giorno 2 Novembre 2018 - 18:02

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