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Napoli, villa Floridiana: lettera a Babbo Natale

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“ Caro Babbo Natale, tu che di questi tempi ti prepari ad accontentare grandi e piccini, fai un dono anche a me: adoperati affinché, dopo tanti anni che sono state interdette ai visitatori molte aree della villa Floridiana, situazione che si è aggravata a seguito dei recenti eventi meteorologici, l’antica residenza della duchessa di Floridia, seconda moglie del re di Napoli, Ferdinando IV di Borbone, posta nel quartiere Vomero di Napoli, esse vengano finalmente e in tempi rapidi riaperte al pubblico. E’ infatti da lustri che, a ragione del pericolo determinato dalla caduta di alberi, le transenne, che ne ostruiscono il passaggio con tanto di cartelli che ammoniscono del pericolo, non vengono rimosse “. A sottoscrivere la provocatoria missiva è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori, che è sceso in campo più volte negli ultimi lustri, al fine di consentire la piena fruibilità di quest’unico polmone di verde pubblico a disposizione degli abitanti del quartiere collinare, dove, tra l’altro, si trova anche il museo delle arti decorative Duca di Martina, meta di tanti turisti, fondando al riguardo anche il gruppo sul social network Facebook: ” Napoli, riappropriamoci della villa Floridiana, basta con le chiusure ” al sito https://www.facebook.com/groups/villafloridiana/ , gruppo che conta oltre 1.600 iscritti.“ Nell’anno 2003, quando già i problemi dell’antico parco borbonico si erano già manifestati, non avendo alcuna risposta operativa alle sollecitazioni – racconta nella missiva Capodanno -, dopo una lunga serie di proteste e petizioni, rimaste senza risposta operativa, lanciai la proposta di costituire l’associazione “Amici della Floridiana”, invitando provocatoriamente i cittadini ad acquistare il parco che, in quel periodo, nell’ambito della cartolarizzazione, era stato valutato in circa12 milioni di euro “.
” Dopo questa iniziativa che, rilanciata anche dai mass media, riscosse un numerose adesioni e consensi – prosegue Capodanno -, nel 2004 ci fu l’intervento del Comune di Napoli che sottoscrisse una prima convenzione con il polo museale della Campania per la manutenzione ordinaria e straordinaria del parco, convenzione scaduta nel 2010, successivamente rinnovata “Ma – precisa Capodanno – nonostante le numerose promesse al riguardo, a tutt’oggi poco o nulla è cambiato rispetto alle numerose aree ancora inaccessibili a ragione della presenza di diverse alberature che continuano a manifestare i problemi da tempo evidenziati, aggravatisi di recente. In pratica attualmente è accessibile il viale principale dopo l’ingresso da via Cimarosa, il prato grande e il viale che consente di arrivare fino alle scale e alla fontana che ospita le tartarughe, posta dinanzi al belvedere “. “Di recente – sottolinea Capodanno – si è parlato di un progetto per la messa in sicurezza di una cinquantina di alberature che dovrebbe essere finanziato dal Ministero dei beni culturali con una somma di appena 36mila euro, senza però precisare i tempi per la realizzazione dei relativi lavori e, di conseguenza, per la riapertura ai visitatori delle numerose aree attualmente interdette, la qual cosa, considerando i tempi burocratici necessari, anche per la scelta della ditta che dovrà intervenire, lascia supporre che tale riapertura non potrebbe avvenire in tempi rapidi e, comunque, entro la fine del corrente anno “.“ Pensaci tu Babbo Natale a scuotere le coscienze di quanti dovrebbero gestire la cosa pubblica nell’esclusivo interesse e a vantaggio dei propri amministrati – conclude nella lettera Capodanno – e, trovandoti, rivolgi anche un invito a tua cugina la Befana. Il 6 gennaio prossimo tanto, ma proprio tanto carbone nero nelle calze di coloro che, a vario titolo, non essendosi, sin a oggi e per lunghi anni, opportunamente e fattivamente adoperati, non hanno ancora consentito che la villa Floridiana venisse integralmente restituita alle migliaia di persone che la frequentano, tra le quali molti bambini, anche in tenera età, accompagnati dalle mamme e dai papà e le numerose persone anziane, nonché i tanti lavoratori che, anche approfittando della pausa per il pranzo, vanno a respirare un poco d’aria pura nel parco, pure per poterne ammirare le bellezze naturali, molte delle quali, purtroppo, allo stato ancora inaccessibili “.


Articolo pubblicato il giorno 22 Novembre 2018 - 15:45

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