Economia

Dopo sei secoli chiude il Banco di Napoli: da lunedì si passa a Intesa San Paolo

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Dopo quasi sei secoli cala il sipario sul Banco di Napoli, che dal 26 novembre verra’ definitivamente incorporato in Intesa Sanpaolo. Non scomparira’ pero’ il logo che restera’ nelle insegne delle filiali. L’operazione rientra in un programma piu’ ampio, previsto dal piano d’impresa di Ca’ de Sass, e consiste nella semplificazione della struttura del gruppo con la progressiva riduzione delle entita’ societarie, comprese le diverse banche territoriali. “Ritengo che si debba rendere omaggio alla storia del Banco”, sottolinea in una dichiarazione l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nell’esprimere “rammarico e preoccupazione”. “Non vorrei che questo doloroso commiato riflettesse un ulteriore indebolimento dell’attenzione e della comprensione, a livello nazionale, per gli attuali ancor oggi cosi’ gravi problemi di Napoli e del Mezzogiorno”, aggiunge il presidente emerito. In occasioni passate l’istituto ha piu’ volte sottolineato come le innovazioni non comportino alcun cambiamento per la clientela: la semplificazione delle procedure non tocca, anzi snellisce il processo dell’erogazione del credito che gia’ ora nel 95% dei casi avviene a livello locale. Le attivita’ che fanno capo al Banco di Napoli saranno parte integrante della direzione regionale Basilicata, Calabria Campania e Puglia, la cui base restera’ il capoluogo campano. Il Banco di Napoli trae origine dai banchi pubblici delle opere pie, sorti a Napoli tra il XV e il XVIII secolo. Tradizionalmente si fa coincidere la data di nascita con quella della costituzione del Monte della Pieta’ nel 1539, ma alcuni studi anno portato alla luce documenti riguardanti la cassa di deposito della Casa Santa dell’Annunziata che fanno retrodatare questa nascita al 1463. Nel 1794, Ferdinando IV di Borbone riuni’ tutti i Pubblici Banchi nel Banco Nazionale di Napoli. Nel dicembre 1808, quando Gioacchimo Murat era re di Napoli, l’istituto cambio’ denominazione in Banco delle due Sicilie che, nel 1861, con l’unita’ d’Italia si trasformo’ in Banco di Napoli. Con l’avvio della grande emigrazione italiana verso l’America dell’inizio del 1900, il Banco di Napoli e’ stato il primo istituto italiano con filiali all’estero. Apri’ a New York, poi Chicago e Buenos Aires. Fino al decreto del 6 maggio 1926 il Banco di Napoli e’ rimasto istituto di emissione. Da quella data e’ partita la nuova attivita’ come istituto di credito di diritto pubblico. Poi, a partire dall’1 luglio 1991, in base alla legge ‘Amato’ il Banco ha assunto la forma giuridica di societa’ per azioni e agli inizi degli anni 2000 e’ entrato a far parte del gruppo Sanpaolo Imi.


Articolo pubblicato il giorno 23 Novembre 2018 - 20:23
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