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Ritenuto dagli inquirenti un soggetto altamente pericoloso perché abituale pusher, tra i più attivi, gli avevano assicurato negli ultimi anni la massima attenzione investigativa ovvero quella che si riserva solitamente ai sorvegliati speciali. Innumerevoli le denunce riportate dal Padovani Umberto e decine e decine i processi ancora pendenti.
Al processo relativo al maxi blitz del rione popolare del Piano Napoli di Boscoreale, tristemente famoso per essere la Scampia del vesuviano, il PM aveva chiesto la condanna più alta per lui, invocando una pena di sette anni di reclusione perché il giovane era considerato al vertice dello spaccio organizzato.
In quell'occasione, il pregiudicato era uscito quasi indenne con una minima pena di un anno e otto mesi e pena sospesa. Questa volta il Padovani era stato portato al cospetto del giudice per violazione degli obblighi delle misure di prevenzione. Difeso dall'avvocato Gennaro De Gennaro, il giovane ha scelto di essere giudicato col rito abbreviato ovvero sulla base delle accuse che gli venivano elevate dagli agenti operanti.Il PM aveva chiesto una condanna di otto mesi di reclusione in quanto il Padovani si comportava secondo le sue regole come se vivesse nell'anarchia di una giungla e violando gli obblighi delle misure di prevenzione. Ed anche perché aveva una decina di carichi pendenti alle spalle per violazione degli obblighi delle misure di prevenzione. Sebbene gravato da una pluralità di denunce per la stessa fattispecie delittuosa ed in una circostanza era stato finanche condannato, il giudicante ha condiviso la prospettazione del suo avvocato ed ha assolto il pericoloso pregiudicato che secondo il giudice non ha violato le misure di prevenzione sebbene fosse alla guida di un auto senza patente.
Boscoreale, assolto il rampollo della famiglia Padovani
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