“Malgrado lo preveda la nostra Costituzione, la Legge non e’ uguale per tutti. Questo e’ il pessimo segnale che lo Stato ci ha mandato attraverso il magistrato di Sorveglianza che ha autorizzato la scarcerazione di uno degli assassini della Uno Bianca: Marino Occhinpinti”. Con queste parole Rosanna Zecchi, presidente dei familiari delle vittime della banda, ha nuovamente attaccato il provvedimento che lo scorso luglio ha portato alla liberazione dell’ex poliziotto, condannato nel 1997 all’ergastolo per vari reati, tra cui la partecipazione all’omicidio della guardia giurata Carlo Beccari. Zecchi ha parlato nel giardino di viale Lenin, in occasione della cerimonia annuale di commemorazione delle 24 vittime civili e militari della Banda della Uno Bianca. “Non importa se sei un assassino, basta intraprendere un percorso di ravvedimento e ti vengono concessi permessi premio, poi la semiliberta’ e infine la totale liberta’. E le vittime? Noi siamo qui a commemorare vittime che alla fine non hanno ottenuto piena giustizia, perche’ le sentenze non sono state applicate fino in fondo”, ha detto ancora Zecchi, ricordando che sebbene sia stato definito ‘palo’ o ‘gregario’ della banda, “Occhipinti ai nostri occhi e per una sentenza passata in giudicato resta un assassino”. La paura dei familiari delle vittime e’ che “un altro magistrato di Sorveglianza si comporti come chi ha liberato Occhipinti”, e faccia lo stesso con qualcuno dei tre fratelli Savi, promotori della banda. “Se la legge consente che possano ottenere benefici, la Legge deve essere cambiata – ha concluso – perche’ nessuno puo’ essere riabilitato se ha ucciso un altro essere umano”.
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