Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli contesta la tesi del commissario per la Tav Paolo Foiella secondo cui il blocco dell’opera costerebbe all’Italia oltre due miliardi di risarcimento danni: “Tutto sbagliato”, “dalle prime avvisaglie direi che non è assolutamente una cifra che sta in piedi”. Poche ore prima il presidente di Confindustria aveva sottolineato la necessità di portare avanti il tunnel. “Nel Paese – ha detto Boccia – bisogna rimettere il lavoro al centro delle attenzioni. Non ci sembra, a partire da ieri con la Torino-Lione, che si voglia andare verso questa direzione e aprire il Paese all’idea di Europa di cui abbiamo bisogno per essere competitivi dal di fuori dei cancelli delle fabbriche e costruire un Paese più ricco in modo da ridurre i divari”. Intanto sono oltre 24mila le adesioni alla petizione sì Tav su Change.org. Promossa da Mino Giachino, sottosegretario ai Trasporti nell’ultimo governo Berlusconi, e dall’ex ministro Francesco Forte, le sottoscrizioni hanno avuto una vera e propria impennata con l’approvazione del documento M5S, in Consiglio comunale a Torino, che chiede al governo di fermare i lavori per la Torino-Lione. “Nonostante il voto ininfluente e incompetente del Consiglio Comunale di Torino, altri 10.000 cittadini hanno aggiunto la loro adesione alla petizione sì Tav, e continuano. Una adesione importante e qualificata di gente che non vuole la decrescita ma il lavoro”, commenta Giachino.
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